La comunità LGBTQIA+ avrà il suo pellegrinaggio giubilare

Giubileo LGBTQIA+

Finalmente anche la comunità LGBTQIA+ avrà il suo pellegrinaggio giubilare a San Pietro, è stato ufficializzato per settembre 2025. L’evento, pensato per i credenti Queer, includerà una veglia di preghiera, una messa celebrata dal Vicepresidente dei Vescovi italiani e avrà una durata di due giorni portando a Roma centinaia di persone appartenenti alla comunità.

Tuttavia l’evento, prima di essere ufficializzato, ha subìto alcune titubanze. A precisare l’accaduto ci ha pensato il Dicastero per l’Evangelizzazione, che nel mese di dicembre 2024, ha spiegato: “Si farà, è solo in stand-by, aspettiamo informazioni importanti”. Il Dicastero ha il compito di raccogliere tutti i dati, controllare se nella data richiesta ci sia la possibilità di effettuare il passaggio nella Porta Santa di San Pietro e solo dopo aver verificato il tutto darà la conferma.

Dal web emerge una dichiarazione da parte di Agnese Palmucci, portavoce dell’Ufficio per l’Evangelizzazione del Vaticano, che spiega meglio: “Nel caso del pellegrinaggio Lgbtq noi avevamo inserito l’evento nel calendario generale ma parlando con l’organizzatore, Padre Piva, abbiamo constatato che mancavano informazioni importanti per noi: come il numero dei partecipanti, dettagli sull’evento in sé, che chiediamo a tutti. Abbiamo detto loro di organizzarsi e appena avremo le informazioni necessarie, saranno reinseriti”.

Ora che l’evento è stato finalmente ufficializzato sappiamo che il pellegrinaggio LGBTQIA+ ha come motto “Chiesa casa per tutti” e un logo con un cuore stilizzato che contiene una casa e raggi arcobaleno. La locandina include anche i loghi del Giubileo e dei Gesuiti di Roma. Il pellegrinaggio coinvolgerà diverse associazioni cristiane LGBTQIA+, genitori, persone conviventi, divorziate e operatori pastorali. Questo evento segna una giornata di fede e di rivendicazione per la comunità Queer, affermando ufficialmente che la Chiesa cattolica è una casa per tutti.

Mario Colamarino, Presidente del Circolo Mario Mieli e del Roma Pride, ci ha spiegato la sua opinione così: “È un buon segnale da parte del Vaticano fare il Giubileo LGBT a settembre. Penso che per molti credenti in giro per il mondo sia una grande prova che la chiesa vuole dialogare con i suoi fedeli della comunità LGBT. Un passo credo necessario, che però dovrebbe svelare anche tante ambiguità che ha la chiesa nei confronti della comunità”. Conclude così il suo pensiero il Presidente Colamarino:“Mi auguro che, con l’avvento di questo Giubileo, la chiesa possa finalmente innestare un percorso concreto e di dialogo con la comunità LGBT. Io pur avendo perplessità su alcune cose che sono state fatte fino ad ora, se mi dovessero invitare ci andrò.”

Questo pellegrinaggio giubilare, fortemente voluto dal gesuita bolognese Padre Pino Piva, è organizzato da La Tenda di Gionata con il supporto attivo dei suddetti Gesuiti, nonché l’ordine a cui appartiene anche il Pontefice Bergoglio. La Chiesa del Gesù a Roma avrà un ruolo nell’accoglienza dei partecipanti, con la veglia di preghiera il 5 settembre e la celebrazione eucaristica il 6 settembre, presieduta da Monsignor Francesco Savino. Tra i partecipanti ci sarà anche il Gesuita Americano James Martin, simbolo dell’inclusività della Chiesa. Il pellegrinaggio culminerà con il passaggio della croce giubilare verso la Porta Santa.

Per quanto riguarda invece l’evento del 6 settembre, rappresenta una data storica per i credenti della comunità LGBTQIA+ e la Chiesa cattolica romana, segnando un nuovo “mese del pride cattolico”. Dopo anni di discriminazione, questo pellegrinaggio segna un cambiamento significativo rispetto all’atteggiamento intollerante del passato, come quello di Giovanni Paolo II contro il World Gay Pride. Sebbene non sarà possibile sventolare bandiere arcobaleno, i partecipanti sono invitati a indossare abiti e accessori rainbow.

A raccontarci il suo punto di vista anche Francesco Pierri, in arte Cristina Prenestina, celebre drag queen e attivista, parte integrante della comunità Lgbtqia+ di Roma e spiega: “Premetto che sono ateo, quindi mi è difficile comprendere a pieno cosa possa significare il giubileo lgbt+ per un credente omosessuale. La percezione che ho è che questo è un passo importante a livello storico. E’ una grande apertura da parte della chiesa che, come si è visto, per anni ci ha messi al rogo, cacciati ed etichettati come abominio. Oggi sento che forse per la prima volta i credenti omosessuali si sentono parte di quella grande famiglia chiamata chiesa, alla quale sentono di appartenere”. – Conclude così la drag queen Cristina Prenestina – “questa celebrazione è solo un bene per la comunità lgbt+ credente.”