Un logo semplice e colorato, impregnato di un significato molto profondo è stato scelto tra 294 proposte provenienti da 48 Paesi. Il logo rappresenta quattro figure stilizzate per indicare l’umanità proveniente dai quattro angoli della terra. Sono una abbracciata all’altra, per indicare la solidarietà e fratellanza che deve accomunare i popoli.
La prima figura si presenta aggrappato alla croce ed è il segno non solo della fede che abbraccia ma della speranza che non può mai essere abbandonata perché ne abbiamo bisogno sempre e soprattutto nei momenti di maggiore necessità.
È importante soffermare l’attenzione sulle onde sottostanti e che sono mosse per indicare che il pellegrinaggio della vita non sempre si muove in acque tranquille infatti spesso le vicende personali e gli eventi del mondo impongono con maggiore intensità il richiamo alla speranza. Per questo la parte inferiore della Croce si prolunga trasformandosi in un’ancora, che si impone sul moto ondoso.
Non va trascurato il fatto che l’immagine rappresenta quanto il cammino del pellegrino non sia un fatto individuale ma comunitario con l’impronta di un dinamismo crescente che tende sempre più verso la Croce.
La Croce non è rappresentata in modo statico ma anch’essa è dinamica, si curva verso l’umanità come per andarle incontro e non lasciarla sola offrendo la certezza della presenza e la sicurezza della speranza.
Il logo del Giubileo nasce dall’idea di un grafico di Trani, Giacomo Travisani, il quale spiega: “Ho immaginato gente di ogni etnia , nazionalità e cultura, spingersi dai quattro angoli della Terra e muoversi in rotta verso il futuro, gli altri, il mondo, come vele di una grande nave comune, spiegate grazie al vento della Speranza che è la croce di Cristo e Cristo stesso”.
Citando il motto del Giubileo 2025 l’ideatore e autore del logo prosegue il suo discorso: “La Speranza, mi sono detto, è nella Croce. Ho immaginato il Papa guidare il popolo di Dio verso la mèta comune, abbracciando la Croce, che diviene un’ancora, quale saldo riferimento per l’umanità, mentre il popolo si stringe a lui e anche a quell’ancora cui si stringono i pellegrini di ogni tempo. Siamo ‘Pellegrini di Speranza perché portiamo con noi le paure del prossimo nel desiderio di condividerle e farle nostre. Le figure che si stringono tra loro guardano la Croce come un’àncora di salvezza” ” – conclude Giacomo Travisani.