Come il giornalismo, al di là della giusta denuncia, possa anche comunicare fiducia e attesa di un futuro migliore? Cosa ha da dire il Giubileo appena cominciato al mondo dei comunicatori e dei media? Da queste domande è nata l’idea della mostra “Comunicare la speranza. Un’altra informazione è possibile”, un’iniziativa promossa dalla Società San Paolo e dalle Figlie di San Paolo con il patrocinio del Dicastero per l’Evangelizzazione e del Dicastero per la Comunicazione.
Una mostra che arriva proprio in occasione del Giubileo del mondo della Comunicazione e che avrà luogo per la prima volta nell’ingresso dell’Aula Nervi in Vaticano – Domenica 25 gennaio e sarà poi replicata presso la Basilica di Santa Maria Regina degli Apostoli per poi diventare una mostra itinerante nei mesi successivi. L’evento disponibile in più lingue tramite un QR code, manda un chiaro appello a tutti gli operatori del mondo della comunicazione, stimolandoli a ripensare al proprio ruolo a servizio della collettività e cerca di far luce sui motivi della disaffezione del pubblico verso le news e punta a evidenziare altri modelli possibili di comunicazione positiva.
Dunque l’esposizione è strutturata di 24 pannelli e dà voce ai tanti esempi di figure di giornalisti e giornaliste che si sono distinti come testimoni credibili, a volte a prezzo della vita, per la loro passione per la verità e per la ricerca instancabile della giustizia, da Walter Tobagi a Ilaria Alpi, da James Foley a Maria Ressa– così come a esperienze e figure in grado di esaltare un giornalismo costruttivo. Giornalisti che, al di là di credenze, ideologie, orientamenti e provenienze, sono in grado di trasmettere speranza attraverso un’informazione focalizzata sulla ricerca di soluzioni, piuttosto che limitarsi a evidenziare ciò che non va. Si impegnano inoltre a comprendere le ragioni della crescente disillusione del pubblico nei confronti delle notizie e si propongono di mettere in luce modelli alternativi di comunicazione che promuovano un messaggio positivo.
