Un breve conclave e la fumata fu bianca. Il 19 aprile del 2005 veniva eletto il cardinale tedesco Jopseph Aloisius Ratzinger ribattezzato Papa Benedetto XVI, successore dell’amato Papa Giovanni Paolo II.
“Ho voluto chiamarmi Benedetto XVI – disse – per riallacciarmi idealmente al venerato pontefice Benedetto XV, che ha guidato la Chiesa in un periodo travagliato a causa del primo conflitto mondiale. Sulle sue orme desidero porre il mio ministero a servizio della riconciliazione e dell’armonia tra gli uomini e i popoli, profondamente convinto che il grande bene della pace è innanzitutto dono di Dio, dono fragile e prezioso da invocare, tutelare e costruire giorno dopo giorno con l’apporto di tutti. Il nome Benedetto evoca, inoltre, la straordinaria figura del grande “Patriarca del monachesimo occidentale”, san Benedetto da Norcia, compatrono d’Europa insieme ai santi Cirillo e Metodio. La progressiva espansione dell’Ordine benedettino da lui fondato ha esercitato un influsso enorme nella diffusione del cristianesimo in tutto il Continente. San Benedetto è perciò molto venerato in Germania e, in particolare, nella Baviera, la mia terra d’origine; costituisce un fondamentale punto di riferimento per l’unità dell’Europa e un forte richiamo alle irrinunciabili radici cristiane della sua cultura e della sua civiltà”.
Joseph Aloisius Ratzinger, nacque nel 1927 a Marktl (Germania), in un Paese di cui da “puer” conobbe le esaltazioni del nazismo e da adolescente gli orrori della guerra. Fu il 265esimo papa e il settimo sovrano dello Stato della Città del Vaticano, costituito dal concordato tra Stato e Chiesa del 1929.
All’epoca Ratzinger si presentò come “un semplice ed umile lavoratore nella vigna del Signore”, come si autodefinì nel giorno stesso della sua elezione. Il suo pontificato è stato caratterizzato da diverse priorità, tra cui la promozione del dialogo interreligioso, la cura della fede e la lotta contro la laicizzazione.
Durò 8 anni e culminò l’11 febbraio 2013 con le dimissioni e il ritiro nel Monastero Mater Ecclesiae, in Vaticano. Lo comunicò attraverso un Concistoro. Papa Benedetto XVI iniziò il suo discorso in latino dicendo “Vi ho convocati a questo Concistoro non solo per le tre canonizzazioni, ma anche per comunicarvi una decisione di grande importanza per la vita della Chiesa”. Dopodiché parlò della motivazione che lo avrebbe spinto a una tale decisione: “per l’età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino”.
Nessun Papa, dal 1406, aveva mai fatto ricorso alla possibilità di lasciare il proprio incarico, e comunque i precedenti erano pochissimi. Fu un evento che fece molto scalpore dentro e fuori le mura ecclesiastiche. Appresa la motivazione, alcuni apprezzarono il gesto di Benedetto XVI, considerandolo un segno di autenticità e umiltà. Altri destarono preoccupazione per la continuità della Chiesa e per la gestione della successione papale.

Iniziò così l’epoca dei due papi. Un periodo storico per la Chiesa Cattolica, caratterizzato dalla presenza di un papa emerito (Benedetto XVI) e un papa reggente contemporaneamente (Papa Francesco). Nonostante tutto, Benedetto XVI continuò ad avere un ruolo significativo, anche se non più attivo nella guida della Chiesa. Ebbe un rapporto molto diretto, a tratti complesso, con Papa Francesco, caratterizzato da un certo rispetto reciproco, ma anche da alcuni contrasti nell’interpretazione del Concilio Vaticano II. Benedetto XVI ha espresso anche una visione più conservatrice, mentre Francesco ha introdotto un approccio più aperto e inclusivo.
Alle 9:34 del 31 dicembre 2022, Benedetto XVI morì all’età di 95 anni. Il 5 gennaio 2023, in una giornata fredda e uggiosa, decine di migliaia di fedeli si riunirono in Piazza San Pietro per omaggiarlo e salutarlo per l’ultima volta. Le celebrazioni vennero svolte da Papa Francesco, un momento storico nella storia della Chiesa cattolica.