Il Presidente della CEI avvia “maratona di preghiera”

Cardinale Zuppi


Il Cardinale Matteo Zuppi, Presidente della CEI, dà il via ad una maratona di preghiere, che coinvolgerà le chiese di tutta Italia, per la salute del Papa, ricoverato al Gemelli da venerdì della scorsa settimana.

Sappiamo – ha osservato Zuppi prima di presiedere il Rosario per la salute del Papa nella chiesa di San Domenico a Bologna – quanti si uniscono a noi, tanti nell’amicizia hanno affidato a noi la preghiera. Quanti attestati di riconoscenza e stima: li presentiamo tutti al Signore perché dia protezione e renda forte nella fede il Papa“.

Credo che farà piacere al Santo Padre, con lui ricordiamo tutti quelli che sono nella malattia, quelli di cui nessuno si ricorda, le persone sole e quelli che vivono la condizione della malattia, vittima di violenza e di guerra. Affidiamo il Papa alla protezione di Maria” – ha sottolineato Zuppi.

Intanto, sabato e domenica si è svolto il Giubileo dei Diaconi con la celebrazione euristica all’interno della basilica di San Pietro che sarebbe dovuta essere presieduta da Papa Francesco.

Il Pontefice, che ovviamente non ha potuto presenziare all’evento giubilare e non ha potuto affacciarsi alla finestra su Piazza San Pietro per l’Angelus, secondo l’ultimo bollettino sulle condizioni del Pontefice, viene curato anche per una lieve insufficienza renale.

Una iniziale, lieve, insufficienza renale, allo stato sotto controllo, è un evento quasi fisiologico in presenza di una infezione, di una anemizzazione e di una scarsa ossigenazione”, spiega all’Adnkronos Salute Luca De Nicola, Presidente della Società italiana di Nefrologia.

Il rene è un organo molto vascolarizzato e per questo ha bisogno di ossigeno per funzionare al meglio. Quello del Pontefice è un quadro clinico complesso. Ieri ha avuto bisogno anche di una trasfusione di sangue” – prosegue. “Insomma dobbiamo aspettare, la situazione è delicata. Solo curando l’infezione poli-microbica che ha colpito il Papa si cura l’insufficienza renale e si evitano le complicanze” – conclude.

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