È il tema di una giornata di studi sulla figura della seconda sovrana d’Italia organizzata il 25 marzo alle 15,30, alla Sala Sant’Antonio in via Merulana 124/b, dall’Association Internationale Reine Hélène (AIRH), che da un quarantennio ne coltiva la memoria e ne prosegue l’impegno umanitario, dal Comitato che ne promuove la beatificazione e dalla Pontificia Academia Mariana Internationalis (Pami) con la collaborazione del giornalista e scrittore Francesco Di Bartolomei che modererà i lavori.
Luciano Regolo, condirettore del settimanale mariano, edito san Paolo, “Maria con te”, per 7 anni dal 2018 allo scorso 11 marzo primo condirettore laico di “Famiglia Cristiana” e autore di due volumi sulla regina, nonché, dallo scorso agosto, Presidente del Comitato, ne tratteggerà la vita «all’insegna dell’amore, della fede e della speranza», pur in un periodo segnato da due conflitti mondiali e dalla dittatura fascista.
A inquadrare lo scenario storico in cui operò Jelena Petrovic Njegos, Principessa del Montenegro che sposò nel 1896 il Principe ereditario d’Italia, destinato a salire al trono come Vittorio Emanuele III, 4 anni dopo per il regicidio di Umberto I, sarà Francesco Perfetti, docente universitario di storia contemporanea e saggista di fama.
Padre Stefano Cecchin, presidente della Pami, poi, approfondirà il tema della «spiritualità mariana» della Regina, sempre attenta ai bisogni altrui, che visitando il santuario di Lourdes poco prima della sua morte nel 1952 chiese al seguito di non pregare per la sua salute (era ammalata di cancro) ma per tutti i sofferenti, specialmente le madri che avevano perso dei figli.
Don Flavio Peloso, postulatore dell’Opera don Orione, invece, ricostruirà quei “contatti e sintonie” tra la sovrana e San Luigi Orione che si tradussero in tanti soccorsi risolutivi per gli indigenti e per le famiglie colpite da gravi calamità naturali, come il terremoto di Reggio Calabria e Messina nel 1908.
La gioventù di Jelena nel credo ortodosso (prima che cambiasse confessione per le nozze) sarà al centro dell’intervento dell’accademico, diplomatico e politico del Montenegro, Miograd Lekic.
Paolo Mazzarello, docente universitario di storia della Medicina, ricostruirà l’impegno personale di Elena nella lotta contro l’encefalite letargica, prezioso come in quella contro il cancro, come spiegherà Lorella Salce, Responsabile comunicazione stampa e relazioni esterne dell’IFO- Istituto Nazionale Tumori Regina Elena, presidio oncologico capitolino nato proprio su suo impulso.
Ilaria Scalzo, Consigliera nazionale PASFA, poi, si soffermerà sul contributo decisivo della Regina alla nascita del Patronato per l’assistenza spirituale delle Forze Armate, segno del trasporto con cui seguì la sorte dei militari e delle loro famiglie anche durante la Grande Guerra, quando trasformò il Salone da ballo del Quirinale nell’Ospedale Militare n.1 dove vennero curati e assistiti i feriti sotto la sua “supervisione”.
Infine, Ilario Bortolan, presidente nazionale dell’AIRH, parlerà dell’eredità spirituale della regina nell’impegno umanitario senza confini del sodalizio che ne porta il nome.
«L’obiettivo», spiega Regolo, «è far conoscere in tutte le sfaccettature questa donna, capace d’interpretare sempre il suo ruolo nella società e nella famiglia come servizio e con genuino amore verso il prossimo, una donna, una madre, che tentò anche di fermare l’espandersi della seconda guerra mondiale con un’accorata lettera alle regine dei Paesi che nel 1939 erano ancora neutrali, le cui parole sono di grande attualità”.
“O, ancora, che nel 1944 a Ravello scriveva alla sorella Militza detta Missia che vedeva così tante macerie e disperazione attorno a sé che tutto quello che desiderava era che tornasse la pace “non importa se con la Monarchia o la Repubblica”. Una donna che si adoperò per i dimenticati e i perseguitati e seppe ridare il sorriso e riaccendere la speranza, tema di quest’anno giubilare, anche nei periodi più foschi della nostra storia».
Durante la giornata di studi l’attrice Daniela Poggi interpreterà Guerra, una poesia composta da Jelena e pubblicata nel 1904 dalla rivista russa Nedelja con lo pseudonimo di Farfalla Azzurra.