IA ed effetti sulla psiche umana

Dal sito dell’Ente Nazionale per l’Intelligenza Artificiale, riportiamo questo bellissimo articolo pubblicato dal Professor Ugo Morelli su #Doppiozero.

Il tema della crisi globale temporanea è quello che affligge maggiormente la società civile dei nostri tempi ed è legato ad una serie di fattori connessi tra loro e spesso sfuggono alla ragione e ciascuno di noi preferisce, pur intravedendoli, evitare di confrontarsi e di affrontarli.

Morelli scrive – Il tema della crisi contemporanea del desiderio attraverso l’osservazione di come il nostro tempo sia caratterizzato da una ricerca incessante di godimento immediato privo della tensione e della costruzione che il desiderio comporta, è essenza attuale.
Un fenomeno, secondo l’autore, intimamente legato ai cambiamenti culturali e psicologici introdotti dalla modernità che può essere ulteriormente illuminato se contestualizzato nell’era dell’AI che sta radicalmente modificando le modalità di #relazione, #apprendimento e soddisfazione.

Morelli prende spunto dal concetto di “adultescenza”, introdotto dallo psicoanalista Luigi M. Pagliarani, per descrivere una condizione diffusa di immaturità emotiva e psicologica che si traduce in una dipendenza da gratificazioni istantanee e da una superficialità nel costruire progetti a lungo termine.

Questa condizione è sicuramente amplificata dalle dinamiche dell’AI e delle tecnologie digitali, che con i loro algoritmi di personalizzazione soddisfano ogni minima esigenza dell’utente in tempo reale, eliminando lo spazio per l’attesa, per l’incertezza, per il desiderio come tensione creativa.

L’articolo esplora il funzionamento del sistema di ricompensa cerebrale, mostrando come i continui stimoli proposti dalla società contemporanea – e oggi dall’AI in modo ancora più pervasivo – portino a una sorta di #dipendenza psichica.

In un mondo dove la promessa di godimento è costantemente mantenuta da notifiche, contenuti personalizzati e accesso immediato a qualunque tipo di informazione o intrattenimento, il desiderio rischia di #perdere la sua #centralità.

La capacità dell’intelligenza artificiale di prevedere e soddisfare i nostri bisogni ancor prima che li formuliamo favorisce una #passività #psicologica, dove il desiderio, inteso come slancio verso l’altro o verso il futuro, si appiattisce in un presente costante di godimento #privo di #profondità.

Morelli collega questa dinamica a una crescente #ansia performativa, in cui gli individui si trovano schiacciati tra la necessità di #apparire sempre perfetti e una #mancanza di #progettualità #autentica.

La pressione costante a essere all’altezza delle aspettative – amplificate dalla visibilità continua sui #social media e dall’iper-#controllo che l’AI consente – porta a un’erosione della soggettività e a una fragilità nei legami sociali.

Nel cuore della riflessione, l’autore suggerisce che superare questa crisi del desiderio richiede un recupero della dimensione #autentica del sé, una riscoperta di quella tensione vitale che è alla base del desiderio umano. Questo non significa demonizzare la #tecnologia, ma piuttosto ripensare il modo in cui ci relazioniamo con essa

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