I disturbi alimentari sono condizioni complesse e serie che influenzano il comportamento alimentare di una persona, possono avere un impatto significativo sulla salute fisica, emotiva e psicologica e richiedono attenzione e cura per essere trattati adeguatamente. Questi disturbi possono derivare da una combinazione di fattori genetici, psicologici, sociali e culturali. I principali disturbi alimentari includono: anoressia nervosa, bulimia nervosa, disturbo da alimentazione incontrollata, ortoressia nervosa.
La consulenza di un nutrizionista è spesso fondamentale per insegnare a rimanere in salute e ristabilire un’alimentazione equilibrata. Il supporto familiare e il trattamento in gruppi di supporto possono essere altrettanto cruciali per il recupero, mentre in alcuni casi di disturbi più gravi, può essere necessario un ricovero ospedaliero o un trattamento residenziale.
L’esordio dei disturbi è sempre più precoce: in Italia circa 3,5 milioni di persone, pari al 6% della popolazione, soffrono di disturbi della nutrizione e dell’alimentazione: il 90% sono donne, anche se cresce la quota di uomini, che rappresentano ormai il 20% nella fascia di età 12-17 anni.
Negli ultimi 5 anni si è registrato un abbassamento dell’età, infatti all’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, sono cresciute le diagnosi di disturbi della nutrizione e dell’alimentazione e, allo stesso tempo, è aumentata la gravità, specie nei pazienti più giovani.
Nel complesso, dal 2020, l’Unità Operativa Semplice di Anoressia e disturbi alimentari del Bambino Gesù ha registrato un incremento del 38% nell’attività clinica: i day hospital sono passati da 1.820 a 2.420 del 2024. Di pari passo, le nuove diagnosi di disturbi della nutrizione e dell’alimentazione sono aumentate del 64%, passando dalle 138 del 2019 alle 226 del 2024.
I dati, inoltre, mostrano una crescita dei nuovi accessi tra le fasce d’età più giovani (meno di 10 anni e 11-13 anni) che sono cresciute del 50% tra il 2019 e il 2020, passando da 59 a 89.
“Un recente studio condotto dalla nostra equipe, attualmente in fase di revisione, ha messo in luce una preoccupante evoluzione dei disturbi alimentari”, spiega Valeria Zanna – Responsabile dell’Unità Operativa. “Negli ultimi anni, i pazienti più giovani presentano quadri psicopatologici più gravi, sia per la sintomatologia alimentare sia per le caratteristiche psicologiche associate. Inoltre, i nuclei familiari di questi pazienti risultano più sofferenti, con difficoltà comunicative, una maggiore fragilità emotiva e un funzionamento complessivo compromesso”.