Con lo smartwatch si può vedere se il cuore è in salute

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Un recente studio, che verrà presentato al congresso annuale dell’American College of Cardiology (Acc.25), ha svelato un’affascinante nuova possibilità offerta dagli smartwatch: monitorare la salute del cuore in modo semplice ed efficace. Secondo la ricerca, infatti, il rapporto tra la frequenza cardiaca media giornaliera e il numero di passi compiuti ogni giorno, due misure comunemente monitorate da questi dispositivi, potrebbe rivelarsi un indicatore molto affidabile della forma cardiovascolare di una persona.

“La metrica che abbiamo sviluppato guarda a come il cuore risponde all’esercizio fisico”, afferma Zhanlin Chen, della Northwestern University Feinberg School of Medicine di Chicago e autore principale dello studio, si concentra sulla capacità del cuore di adattarsi allo stress quando l’attività fisica fluttua nel corso della giornata”.

Le malattie cardiache, che rappresentano la principale causa di morte negli Stati Uniti, sono un problema sempre più crescente, nonostante la disponibilità di test di screening che potrebbero fornire una diagnosi precoce. Tuttavia, molte persone non si sottopongono agli screening consigliati. Lo studio ha cercato di superare questa barriera, utilizzando i dati raccolti da quasi 7.000 adulti americani, che hanno fornito informazioni sui loro smartwatch e sulle cartelle cliniche elettroniche tramite il programma di ricerca “All of Us”, un ampio studio prospettico nazionale finanziato dal National Institutes of Health. Questi dati hanno permesso di raccogliere informazioni su 5,8 milioni di giorni di osservazioni e ben 51 miliardi di passi.

I ricercatori hanno calcolato la relazione tra la frequenza cardiaca media giornaliera per ogni passo (Dhrps, cioè Daily Heart Rate Per Step) e una serie di esiti cardiovascolari. I risultati sono stati sorprendenti: le persone con un Dhrps elevato avevano circa il doppio delle probabilità di sviluppare il diabete di tipo 2, una probabilità 1,7 volte maggiore di soffrire di insufficienza cardiaca, 1,6 volte la probabilità di avere ipertensione e 1,4 volte la probabilità di sviluppare aterosclerosi coronarica (accumulo di placca nelle arterie del cuore) rispetto a coloro che avevano un Dhrps più basso.

Un aspetto interessante emerso dallo studio è che il Dhrps si è rivelato un indicatore ancora più forte di rischio cardiovascolare rispetto alla sola frequenza cardiaca o al numero di passi. L’autore principale dello studio, Zhanlin Chen, ha sottolineato che questo indicatore potrebbe essere facilmente calcolato autonomamente da chi possiede uno smartwatch, senza la necessità di interventi complessi, oppure potrebbe essere integrato in applicazioni specifiche per smartwatch, offrendo così un monitoraggio costante e accessibile della salute del cuore.

Questa scoperta apre nuovi orizzonti nel campo della prevenzione delle malattie cardiache, offrendo uno strumento semplice e immediato per chiunque voglia monitorare la propria salute cardiovascolare in tempo reale, con l’ulteriore vantaggio di essere in grado di rilevare potenziali rischi prima che diventino gravi.