“Fare la pace con le Regioni? Ma io non ho mai fatto la guerra a nessuno, sono un pacifista nato“. Il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, entra con una battuta nel vivo di uno dei problemi più sentiti sul fronte della sanità: quello della lotta alle liste d’attesa, che – ha tenuto a ribadire – è un gioco di squadra. E’ con questo spirito che io mi sono interfacciato da sempre, da subito e anche di recente con le Regioni, per il tramite del Presidente della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga. E’ un problema complesso, che ha sicuramente come fattore importante anche” il nodo della “prescrizione inappropriata in una elevata percentuale dei casi, che comunque va combattuta“.
“Io – ha assicurato il Ministro – non voglio fare nessuna polemica con nessuno. E’ un gioco di squadra. La sanità è regionalizzata dal 2001 e quindi è giusto che ognuno si prenda le proprie responsabilità, in maniera chiara e trasparente. Io credo che solo applicando la legge, senza fare tanti discorsi di altro tipo, vedrete come funziona. Dai dati che stanno mandando le Regioni ad Agenas, emerge che funziona”.
A riguardo, in particolare, alla questione dei poteri sostitutivi dell’Organismo di verifica e controllo previsto dal decreto Liste d’attesa, che dovrebbero scattare per esempio nei casi di inadempienze ripetute rispetto agli obiettivi di contrasto al problema, Schillaci ha aggiunto: “Spero che finalmente con le Regioni si risolva anche il problema del controllore e dei poteri sostitutivi del controllato, ma davvero non voglio fare nessuna polemica con nessuno. Questo è un gioco di squadra e ognuno ha le sue responsabilità“.
Le liste d’attesa sono il problema maggiore, un argomento annoso. I titoli dei giornali su questo tema sono gli stessi di 20-25 anni fa. Questo Governo ha voluto mettere la faccia sulla lotta alle liste d’attesa. La faccia l’ho messa io personalmente, perché sono convinto che non sia solo un problema di fondi e di personale. Non solo ci vogliono più soldi, ma ci vuole una migliore e maggiore organizzazione. Mettere più soldi in un sistema che è ‘bucato’ vuol dire perderli, è come mettere acqua dentro una tubatura che perde” – ha continuato Schillaci.
“Lasciatemi dire con rammarico che, se uno guarda alle ultime osservazioni della Corte dei conti, dal 2020 al 2024 sono stati dati 2 miliardi per le liste di attesa alle Regioni – ha ricordato il Ministro – Un terzo di ciò che è stato dato ancora non è speso, e spesso le Regioni hanno utilizzato i fondi del Fondo sanitario nazionale per coprire buchi di bilancio. Giochiamo dunque in trasparenza – ha rimarcato – diamo alla sanità ciò che serve e usiamo i soldi messi sulla sanità per fare sanità. Poi cercheremo, io per primo, di avere più fondi” per il settore, “di assumere più medici, di assumere più operatori sanitari”.
Quanto al Decreto Liste d’attesa, Schillaci ha voluto sottolineare che “ci sono per fortuna degli esempi virtuosi di chi sta applicando la legge. Un’ultima considerazione – ha aggiunto – la faccio da medico che per 30 anni ha lavorato nel Servizio Sanitario Nazionale: la lista d’attesa dipende pure da quante prestazioni vengono messe a disposizione dei cittadini. Quando noi avremo i dati in trasparenza, capiremo chi è che fa e chi non fa. E andiamo anche a ricordare ciò che si può fare in intramoenia e ciò che si può fare per il SSN, ci deve essere un equilibrio su questo”.