Salvini al Viminale? La Lega rilancia, ma gli alleati frenano

Matteo Salvini

Il ritorno di Matteo Salvini al Viminale, evocato con forza dal congresso nazionale della Lega, agita la maggioranza. Il partito del Vicepremier spinge per restituire al Segretario l’incarico che fu suo durante il primo Governo Conte. Ma l’ipotesi incontra un muro trasversale: da Fratelli d’Italia a Forza Italia, nessuno sembra disposto a rimettere mano agli equilibri dell’esecutivo.

La parola d’ordine, al momento, è cautela. “Il desiderio del partito è chiaro”, spiegano dalla Lega, ma “Salvini non intende fare forzature o accelerazioni” e resta “totalmente immerso nel suo lavoro al Mit”. La linea ufficiale è quella di un “approccio costruttivo a beneficio della maggioranza”, senza porre problemi alla Premier Giorgia Meloni.

La richiesta, tuttavia, è tutt’altro che archiviata. Il vice-segretario Claudio Durigon ha rilanciato l’idea in giornata, parlando di un’“enorme ingiustizia” subita da Salvini tra il caso Palamara e il processo Open Arms, concluso con l’assoluzione. “Gli va ridato ciò che gli è stato tolto”, ha detto, riaccendendo i riflettori sulla partita del Viminale.

Ma gli alleati non ci stanno. Per il vicepremier Antonio Tajani, “il Ministro Piantedosi sta lavorando benissimo”. Un concetto ribadito anche da Francesco Filini di FdI: “La questione non è nemmeno sul tavolo. Salvini fa il Ministro dei Trasporti e deve portare avanti il programma”. Per Adolfo Urso, Piantedosi è addirittura “straordinariamente efficace”. E anche Maurizio Lupi, leader di Noi Moderati, taglia corto: “Cambiare squadra oggi non avrebbe senso. Salvini ha sfide importanti da portare a termine, a cominciare dal Ponte sullo Stretto”.

Nella vulgata leghista, in caso di rimpasto, Piantedosi potrebbe essere candidato alla presidenza della Regione Campania. Ma il diretto interessato smentisce: “Ambisco solo a un ruolo all’Avellino Calcio”, ha detto con un sorriso, lasciando intendere che l’ipotesi non è sul tavolo.

A calmare le acque è intervenuto lo stesso Salvini, che da Bruno Vespa ha ribadito i buoni rapporti con l’attuale Ministro dell’Interno: “Come ha detto Piantedosi, sono stato un buon ministro e potrei tornare in futuro. Semmai ne parlerò con lui e con Meloni”. Una frenata che, secondo fonti parlamentari, sarebbe arrivata proprio dopo un messaggio della Premier per evitare tensioni in un momento di forti preoccupazioni internazionali, tra guerra in Ucraina e dazi Usa.

Sul tavolo della maggioranza, intanto, restano aperte altre partite. A cominciare dalle elezioni regionali e dalla decisione della Consulta sul terzo mandato in Campania. La Lega non sembra intenzionata a cedere né in Lombardia né in Veneto, e non è escluso che in caso di rottura – specie con Zaia – possa anche decidere di correre da sola.

Per ora, però, la linea ufficiale resta una sola: dialogo con gli alleati. In attesa di tempi migliori – o di una finestra politica più favorevole.

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