ReArm Europe: le reazioni della politica italiana

Parlamento europeo

Il piano ReArm Europe presentato dalla Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha suscitato reazioni contrastanti nella politica italiana. Il piano, che prevede l’attivazione di misure concrete per rafforzare gli investimenti europei nella difesa, è stato accolto con favore da alcune forze politiche, ma ha anche sollevato preoccupazioni e critiche in altre.

Il Capodelegazione di Fratelli d’Italia al Parlamento europeo, Carlo Fidanza, ha apprezzato l’iniziativa, sottolineando il merito del piano di passare “dalla mera enunciazione di principio a strumenti concreti” per rafforzare gli investimenti nella difesa. In particolare, Fidanza ha evidenziato l’importanza della possibilità di attivare la clausola di salvaguardia nazionale del Patto di stabilità, che consentirà agli Stati membri di scomputare i maggiori investimenti nella difesa dai parametri deficit/PIL. Una misura che, secondo Fidanza, è stata finalmente accolta dopo essere stata richiesta dal governo Meloni e da Fratelli d’Italia da tempo.

D’altra parte, il Senatore della Lega, Claudio Borghi, ha espresso una posizione nettamente critica, definendo il piano “pericolosissimo” e una minaccia alla sovranità degli Stati membri. Borghi ha messo in guardia contro l’idea di un esercito comune europeo, accusando l’Unione Europea di voler sottrarre ulteriori poteri agli Stati membri, finanziando un progetto di difesa che, a suo parere, toglierebbe risorse essenziali per servizi come scuola, sanità e pensioni. “Non ci faremo trascinare in nessuna guerra contro terzi e ci opporremo in ogni modo all’esercito Ursula,” ha affermato con forza, rifiutando qualsiasi proposta di un debito comune o di un esercito comune europeo.

In contrasto, la Segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, ha criticato il piano von der Leyen, sostenendo che non rappresenti “la strada che serve all’Europa.” Secondo Schlein, l’Unione Europea ha bisogno di una difesa comune, non di un riarmo nazionale, e ha sottolineato che il piano non offre un indirizzo politico chiaro in tal senso, concentrandosi più sul sostegno alla spesa nazionale senza porre condizioni sui progetti comuni o sull’interoperabilità dei sistemi di difesa. “Sono due cose molto diverse,” ha dichiarato Schlein, riferendosi alla difesa comune e al riarmo nazionale.

Infine, la Vicepresidente del Senato e membro del Movimento 5 Stelle, Mariolina Castellone, ha definito il piano von der Leyen una “follia bellicista”. In un post sui suoi social, Castellone ha espresso preoccupazione per il fatto che, mentre vengono lamentate le difficoltà nel trovare risorse per il sostegno alle famiglie e alle imprese, l’Unione Europea presenta un piano da centinaia di miliardi di euro per investire in armamenti. “Le armi e la guerra portano solo altra guerra, morte e distruzione,” ha dichiarato, invitando l’Europa a rafforzare la diplomazia e a investire in settori che rispondano realmente ai bisogni dei cittadini, come la sanità pubblica, il lavoro ben remunerato e il rilancio della produzione industriale.

In sintesi, le reazioni al piano “ReArm Europe” sono fortemente polarizzate: mentre alcune forze politiche vedono nell’iniziativa un passo necessario per garantire la sicurezza europea, altre sollevano preoccupazioni riguardo ai rischi di una militarizzazione eccessiva, accusando l’Unione Europea di trascurare i veri bisogni della popolazione in favore di un’impostazione difensiva costosa e potenzialmente divisiva.