Il decreto Cultura ha ottenuto il primo via libera dalla Camera dei deputati con 149 voti favorevoli e 98 contrari. Il provvedimento, firmato dal nuovo ministro della Cultura Alessandro Giuli, subentrato a Gennaro Sangiuliano, prevede importanti misure per lo sviluppo culturale del Paese, tra cui un piano di rigenerazione delle periferie e il sostegno a biblioteche, archivi, istituti storici e la filiera dell’editoria libraria. Nonostante il via libera della Camera, le polemiche non sono mancate, in particolare per il riferimento ad Adriano Olivetti, figura simbolica della cultura italiana, e per la visione politica del governo sull’intero impianto normativo.
Il presidente della Commissione Cultura, Federico Mollicone (FdI), ha sottolineato che il provvedimento arriverà al Senato con il 40% degli emendamenti dell’opposizione approvati. Tuttavia, per la minoranza, le critiche non si sono fatte attendere. Irene Manzi (Pd), capogruppo dem in commissione Cultura, ha commentato con ironia il provvedimento, sottolineando la mancanza di visione e prospettiva: “Una legge dedicata ad Adriano Olivetti vanificata dall’assenza di una vera visione“.
Il ministro Giuli, dal canto suo, ha sottolineato il lavoro svolto e ha ringraziato maggioranza e opposizione, ma ha anche lanciato una frecciata durante le dichiarazioni finali: “Per le polemiche ci rivedremo nelle sedi opportune“. Una dichiarazione che ha scatenato la reazione delle opposizioni, in particolare con la replica di Manzi, che ha sottolineato la necessità di una visione chiara per il ministero ancora in cerca di autore.
Le polemiche non si sono fermate al provvedimento culturale. La discussione ha toccato anche il settore del cinema e dell’audiovisivo, con il deputato Matteo Orfini (Pd) che ha denunciato la crisi del settore causata da riforme mancate e incertezze. Il presidente Mollicone ha replicato sostenendo che le accuse fossero infondate, citando i dati forniti dalla sottosegretaria alla Cultura Lucia Borgonzoni, secondo cui il comparto delle sale cinematografiche ha beneficiato di oltre 790 milioni di euro dal 2018 al 2024.
Anche sul tema delle soprintendenze si sono accese le discussioni. La Lega ha ritirato un emendamento per ridimensionare il ruolo delle soprintendenze, ma ha promesso di riproporre la questione in un apposito provvedimento. La deputata leghista Giorgia Latini ha già depositato una proposta di legge in Senato che sarà presto presentata anche alla Camera. Tuttavia, la deputata Elisabetta Piccolotti di Avs ha criticato il governo, accusando il ministro Giuli di cedere alle richieste di “tutti cemento e deregulation”.