L’Artico per l’India, dal 2013 Paese Osservatore del Consiglio Artico come l’Italia, riveste una notevole importanza strategica non solo per l’impatto diretto dei cambiamenti climatici sull’equilibrio dei monsoni, con ciò che ne consegue per l’agricoltura indiana, ma anche per i progetti per la sicurezza energetica dell’intero Paese.
“Gli interessi dell’India nella regione – scrive in un articolo Anurag Bisen – sono in linea con i propri obiettivi geopolitici più ampi, come per garantire un ordine mondiale multipolare e per salvaguardare la propria sovranità.
La partecipazione dell’India allo sviluppo delle diverse attività nell’Artico, secondo Biden, è motivata dalla possibilità di fare ricerca scientifica, dall’offerta di importanti opportunità economiche e in ogni caso dalla sempre più urgente necessità di affrontare il cambiamento climatico.
Data l’evoluzione delle dinamiche nell’Artico, l’India deve, pertanto, intensificare il suo impegno per garantire i suoi crescenti interessi nazionali ed è nell’interesse strategico a lungo termine che l’India deve impegnarsi a fondo per allontanare la Russia dalla Cina, fornendo alternative adeguate in termini di mercati, di finanziamenti, di accesso, di manodopera e dove possibile di tecnologia.
Anche il coinvolgimento della Repubblica cinese nella regione è notevolmente aumentato aumentato e la tendenza sempre più pressante della Cina, considerarsi parte dei Paesi artici e il suo obiettivo di costruire la “Via della seta polare”, sono costantemente tenute sotto controllo dall’India che teme che la Cina si impadronisca delle rotte commerciali del Nord, eliminando così la sua dipendenza dallo Stretto di Malacca, erodendo la capacità indiana sul controllo delle rotte.
A causa della sua posizione geografica, l’India potrebbe non avere lo stesso interesse diretto per il passaggio della Northern Sea Route, ma la policy governativa non può ignorare le potenzialità della rotta del Mar Glaciale Artico e la sua possibilità di sostituire in futuro la rotta convenzionale del Canale di Suez.
Per questo motivo il Corridoio Internazionale di Trasporto Nord-Sud, un corridoio multimodale per le merci, è promosso come alternativa alla rotta del Canale di Suez e alla Via della Seta Polare cinese, con costi di spedizione ridotti e un minor numero di giorni di trasporto.
La rotta potrebbe rappresentare un valido corridoio di trasporto per l’India, soprattutto per garantire la ricezione delle risorse petrolifere e di GNL russe.
L’Artico russo potrebbe essere il volano per rispondere potenzialmente alla sicurezza energetica dell’India e alla sua carenza di terre rare e minerali strategici. Nei prossimi decenni, l’India, pertanto dovrà assolvere un ruolo proattivo nell’Artico, bilanciando le sue aspirazioni economiche con il suo impegno per la sostenibilità ambientale.
Necessariamente gli interessi strategici dell’India si concentreranno sulla promozione della cooperazione pacifica nella regione polare, ma anche sulla difesa di uno sfruttamento responsabile delle risorse e sulla salvaguardia dei diritti delle comunità autoctone dell’Artico.
Secondo l’Osservatorio Artico, fra i tanti dati e alert che si possono citare sull’espansione dell’India, basta citarne uno: dallo scorso anno è il Paese più popolato al mondo, con 2 miliardi e 400 milioni di abitanti, avendo superato la Cina.
La prima spedizione scientifica indiana nell’Artico risale al 2007, e fu realizzata per poter avviare gli studi nel campo della microbiologia artica, delle scienze atmosferiche e della geologia. Nel 2008 è stata anche fondata la stazione di ricerca Himadri a Ny-Ålesund.
Nel 2014, il primo osservatorio indiano multi-sensore ormeggiato, IndArc e’ stato dispiegato a Kongsfjorden, nelle Svalbard, mentre nel 2016, a Gurvebadet l’India istituì il suo laboratorio atmosferico più settentrionale.
Nel marzo del 2022, venne pubblicato un documento strategico da parte del Governo indiano, il dossier “India’s Arctic Policy: building a partnership for sustainable development” che fissa i sei pilastri dell’azione indiana nell’Artico: scienza e ricerca, protezione del clima e dell’ambiente, sviluppo economico e umano, trasporti e connettività, governance e cooperazione internazionale e sviluppo delle capacità nazionali.
Ma la ricerca scientifica nell’Artico resta un motivo cardine della presenza indiana a nord del circolo polare e non solo perché l’India coltiva interessi anche sull’Antartide e lo scopo dei ricercatori indiani è quello di osservare i ghiacciai artici e studiarne lo scioglimento, in un programma polare interconnesso che comprende attività nell’Artico, nell’Antartico e nell’Himalaya.
Mentre i ghiacci dell’Artico si sciolgono aprendo nuove vie di navigazione, l’India ha iniziato a consolidare il proprio rapporto con la Russia sullo sviluppo delle nuove rotte e anche attraverso la costruzione di navi rompighiaccio.
Del resto gli oculati investimenti indiani nel settore del petrolio e del gas russo sono aumentati considerevolmente, a dimostrazione che la neutralità dell’India nel conflitto tra Russia e Ucraina sta portando importanti benefici al gigante asiatico.
Cooperazione allo sviluppo sostenibile e ricerca scientifica sono le parole chiave che appaiono nella strategia governativa indiana.
La crescente presenza indiana in Artico e il rafforzamento dei rapporti con la Russia nella regione denotano la volontà di ostacolare lo sviluppo cinese ed evitare che le nuove rotte artiche giochino troppo a favore della rivale Repubblica Popolare.
La linea della politica estera indiana attuale è incentrata sul tentativo di mantenere la partnership, sia con gli Stati Uniti che con la Russia, senza, tuttavia, diventare un alleato di nessuno dei due.
L’abile leader indiano Narendra Modi sta mantenendo una posizione neutrale e un volutamente ambigua , presentandosi sia come partner degli Stati Uniti nella competizione con la Cina, ma contemporaneamente avvicinandosi alla Russia per soddisfare il proprio bisogno di approvvigionamento energetico.