Lega, congresso blindato per Salvini. Standing ovation e l’assist di Musk

Matteo Salvini

Una standing ovation per chiedergli di tornare al Viminale e un collegamento d’eccezione con Elon Musk. Matteo Salvini si avvia alla riconferma da segretario della Lega, blindato da un congresso senza sfidanti e con un nuovo statuto che gli garantisce il timone del partito fino al 2029. Un congresso nazionale, il primo dell’era post-Lega Nord, che si è aperto a Firenze nella Fortezza da Basso, tra toni istituzionali, spinte identitarie e ambizioni di governo.

Il segretario in giacca blu e pochette, con la spilletta di Alberto da Giussano appuntata al petto, ha scelto il profilo basso: “La Lega e il governo sono una cosa sola. Si mettano l’anima in pace Conte, Schlein e compagnia”, ha scandito, rivendicando il ruolo di “garanzia” e “collante” dell’esecutivo. Ma è stata la base, guidata dai capigruppo, a rilanciare: “Ridateci Salvini all’Interno”, ha invocato Riccardo Molinari, seguito da Romeo, Stefani e Durigon. Il leader incassa, resta seduto, ma sorride.

A dare una scossa al congresso ci ha pensato anche Elon Musk. Collegato da Washington, ha risposto a Salvini che si è improvvisato intervistatore. L’imprenditore ha rilanciato l’auspicio di “una futura area di libero scambio tra Usa ed Europa” e ha lanciato un allarme sui rischi terroristici in Europa: “Vedremo attacchi di massa. I media sminuiscono, ma i vostri amici e le vostre famiglie saranno a rischio”. Un assist che Salvini ha fatto applaudire a più riprese dalla platea.

Il nuovo statuto approvato dai delegati prevede l’estensione del mandato a quattro anni e l’abolizione dell’anzianità di cinque anni per l’accesso al Consiglio federale. Una mossa, per alcuni, pensata per favorire i territori del Sud, dove la Lega ha tessere più recenti. “È il primo congresso nazionale. Saluto i fratelli siciliani, pugliesi, romani…”, ha detto Salvini, rivendicando la scelta di trasformare la Lega in un partito nazionale.

Toni più duri sono arrivati da Andrea Crippa: “I clandestini e gli zingari in Italia non ci dovrebbero stare. Nessuna moschea dovrebbe più essere costruita”. Parole che hanno infiammato la sala, mentre Massimiliano Romeo – pur lodando la premier – ha lanciato un messaggio chiaro: “Le Regioni dove governa la Lega devono restare alla Lega, Lombardia compresa”.

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