L’Unione Europea è pronta a reagire. Alla stretta protezionistica dell’amministrazione Trump, Bruxelles risponde con una strategia articolata in tre fasi e un valore complessivo stimato di 21 miliardi di euro in contromisure commerciali. Una controffensiva calibrata per colpire simboli economici e politici degli Stati Uniti, con la prima raffica di dazi che scatterà il 15 aprile. E altre due già calendarizzate: il 16 maggio e il 1° dicembre.
Dopo anni in standby, l’Ue rispolvera l’arsenale delle ritorsioni. Nella prima ondata, resteranno fuori superalcolici, latticini e vino – risparmiati grazie alle pressioni diplomatiche di Italia, Francia e Irlanda – ma non mancheranno bersagli strategici. Sotto tiro finiranno le Harley-Davidson con cilindrata oltre 500cc, le auto americane, gli yacht di lusso, i celebri jeans Levi’s e le t-shirt di cotone. I dazi colpiranno inoltre una vasta gamma di prodotti alimentari (mirtilli rossi, mais dolce, succo d’arancia, burro d’arachidi), tabacco, accessori per la cura della persona, tecnologia, ceramiche e arredi, stufe e lavastoviglie.
Il 16 maggio scatterà la seconda fase, se i colloqui con Washington dovessero fallire. A finire nel mirino sarà l’America rurale, cuore dell’elettorato repubblicano. L’Europa si prepara a tassare manzo, pollame, legname, forni, asciugatrici, miele, zucchero, cioccolata, uova, spezie, pasta, biscotti e perfino il tacchino del Thanksgiving. Saranno colpite anche le salse simbolo del fast food americano – ketchup, maionese, mostarda – insieme a bibite e energy drink iconici. La moda, i cosmetici, i profumi e i gioielli completano l’elenco.
Una lista costruita con precisione chirurgica per massimizzare la pressione economica e politica, ma anche per evitare effetti boomerang: restano infatti esclusi latticini e molibdeno, tutelando eccellenze europee e il settore siderurgico italiano.
Il terzo e ultimo colpo è previsto per il 1° dicembre. L’Ue colpirà soia e mandorle della Louisiana, Stato chiave per lo speaker repubblicano Mike Johnson. Un’azione simbolica ma mirata, che mira a preservare il mercato agricolo europeo e a mantenere una finestra aperta al dialogo.