In un contesto di elevata incertezza e alta volatilità, la Banca Centrale Europea (Bce) mantiene il suo percorso di riduzione dei tassi, con l’obiettivo di sostenere l’economia dell’Eurozona, che fatica a guadagnare slancio.
La Presidente della Bce, Christine Lagarde, ha ribadito l’intenzione di proseguire con i tagli regolari, ma senza fretta di forzare la mano, mantenendo una strategia graduale che potrà essere adattata in base alle circostanze economiche. Il prossimo calo del tasso di deposito è atteso per giovedì, portandolo al 2,75%, ma si prevede che il tasso terminale, o neutrale, raggiunga tra l’1,75% e il 2,25% entro l’estate, con una serie di riduzioni da 25 punti base a ogni riunione.
Nel frattempo, la Federal Reserve (Fed) degli Stati Uniti, pur essendo chiamata ad affrontare un contesto altrettanto incerto, ha optato per una posizione più attendista. Alla vigilia della riunione della Bce, la Fed sembra intenzionata a mantenere i tassi invariati, in attesa di comprendere meglio l’impatto delle politiche economiche del nuovo presidente americano, Donald Trump, sull’economia interna e globale. La Fed, infatti, teme che le politiche protezionistiche di Trump e i suoi piani sui dazi possano riaccendere l’inflazione, generando ripercussioni su un’economia già fragile.
Le politiche fiscali e commerciali adottate dal presidente Trump sono al centro dell’incertezza globale. Se la guerra commerciale dovesse intensificarsi, l’Europa potrebbe essere colpita da nuovi dazi sulle importazioni, aggravando ulteriormente una situazione economica già stagnante. La Germania, al secondo anno consecutivo di recessione, e la Francia, con un quadro politico instabile, contribuiscono a un clima di preoccupazione che potrebbe ostacolare la ripresa dell’Eurozona.
Nonostante queste difficoltà, la Bce resta decisa a mantenere la sua road map, come confermato da Lagarde durante il World Economic Forum di Davos. La Bce continua a credere nella sua strategia di riduzione dei tassi, ma è pronta a modificare la rotta in caso di necessità, soprattutto se le pressioni esterne e l’aumento dei prezzi del petrolio dovessero minacciare la stabilità economica.
In questo scenario di incertezze economiche globali, la Fed si prepara a monitorare con attenzione l’evoluzione delle politiche di Trump, cercando di valutare gli effetti sull’inflazione e sull’economia degli Stati Uniti, consapevole che qualsiasi decisione presa avrà inevitabili ricadute anche sull’Europa.