Trump, anche prima a dell’attuale secondo mandato alla Casa Bianca, aveva sottolineato la “necessità di acquisire il controllo della Groenlandia per questioni di sicurezza nazionale”.
La Groenlandia, non è solo un tassello strategico per Trump perché e’ ricca di riserve minerarie, terre rare, oro e gas ancora quasi completamente intatto. Ma, al tempo stesso, e’ anche una regione con rigidi vincoli ambientali e caratterizzata da un clima che rende difficile e molto costoso lo sfruttamento delle sue enormi risorse.
L’isola, nel quadro delineato dal Presidente americano, è un punto di riferimento strategico per l’Artico, dove la Russia e la Cina sono presenti in maniera significativa. Il tycoon, non a caso, ha recentemente inviato suo figlio Donald jr. a compiere un viaggio di esplorazione in Groenlandia.
Trump, nei giorni scorsi, si è sbilanciato e ha dichiarato: “Credo che prenderemo il controllo della Groenlandia“. Ma perché Trump è da sempre così interessato ad annettere l’isola agli Stati Uniti d’America?
Le ragioni, oltreché strategiche militarmente, sono anche di carattere economico e commerciale. Nell’isola opera la società mineraria Amaroq Minerals con sede in Canada e che, sotto il monte , sta cercando oro e altri minerali preziosi grazie a licenze di esplorazione che si estendono per oltre 10mila chilometri quadrati.
L’amministratore delegato della società ha recentemente dichiarato che l’azienda sta cercando rame, nichel e terre rare, in quella regione e ha rimarcato che si tratta di un territorio inesplorato, ma dalle alte potenzialità.
La società Amaroq Minerals, che conta più di 100 dipendenti, tra cui groenlandesi, australiani ed ex minatori di carbone britannici, ha acquistato una miniera nel 2015 che era stata operativa per gran parte del decennio precedente e che poi aveva chiuso a causa del calo dei prezzi dell’oro e degli elevati costi operativi.
Ora i vertici dell’azienda ritengono che la miniera possa essere redditizia e quest’anno prevede di aumentare la produzione.
Secondo le stime, la Groenlandia possiede l’ottava riserva di terre rare al mondo, essenziali per realizzare telefoni cellulari, batterie e motori elettrici.
Ha anche grandi quantità di metalli come litio e cobalto e ci sarebbero anche petrolio e gas, ma sono vietate nuove trivellazioni, così come l’estrazione mineraria in acque profonde. Attualmente ci sono solo due miniere attive nell’isola, le cui risorse sono gestite dalle Autorità locali.