Anche ieri in Serbia si sono registrati manifestazioni di protesta contro il Governo da parte degli studenti, ai quali in numerosi casi si associano altre categorie di lavoratori – agricoltori, avvocati, insegnanti, operatori culturali.
Cortei e blocchi stradali sono segnalati a Belgrado, Novi Sad, Nis, Novi Pazar, Cacak, Kragujevac.
Sono tanti i gruppi di studenti che percorrono a piedi tratti stradali per raggiungere i loro colleghi di altre città e associarsi alle proteste. Alla mobilitazione degli studenti si associano anche formazioni dell’opposizione, che oggi hanno inscenato una protesta bloccando i lavori ai cantieri in corso alle porte di Belgrado per l’Expo 2027, la rassegna specializzata che si terrà fra due anni nella capitale serba.
I manifestanti hanno ribadito la richiesta di un Governo transitorio, ritenendola l’unica via d’uscita dall’attuale crisi del Paese. Le proteste dirette in primo luogo contro l’aumento dei casi di corruzione, la scarsa democrazia e la censura delle Autorità sui media, proseguono nonostante il Governo e il Presidente sostengano di aver accolto tutte le richieste avanzate dal movimento studentesco in agitazione.
A fine gennaio si è dimesso il Premier Milos Vucevic, ma per gli osservatori, la protesta punta più in alto avendo nel mirino proprio il Presidente Aleksandar Vucic.
Il dimissionario Milos Vucevic e la Presidente del Parlamento Ana Brnabic, hanno duramente condannato il blocco ai cantieri dell’Expo, affermando che si tratta di iniziative inaccettabili dirette a danneggiare l’economia e lo sviluppo della Serbia.