Pressing delle Opposizioni sul caso di presunto spionaggio

Giorni fa è apparsa su alcuni media la notizia secondo la quale una società israeliana, Paragon solutions, che si occupa di spionaggio militare e che ha come clienti solo Enti istituzionali della Difesa di vari paesi, sarebbe stata utilizzata anche in Italia per spiare civili, ma cosa più grave, con la connivenza di strutture del Governo italiano che, a sua volta, con una nota ha prontamente smentito la notizia.(Spionaggio attivisti e giornalisti: Governo italiano esclude proprie responsabilità).
Sul caso delle presunte attività di spionaggio che avrebbero riguardato operatori dell’informazione è intervenuto anche il COPASIR.

Anche su questa vicenda, l’Opposizione ha chiesto un’informativa urgente al Governo e sono state presentate alcune interrogazioni
Chiediamo che il Governo venga al più presto in Aula per chiarire questa vicenda dai contorni molto inquietanti e ancora una volta pericolosi per la sicurezza nazionale” – hanno chiesto i parlamentari Pd in Vigilanza Rai, Stefano Graziano, Vinicio Peluffo, Nico Stumpo e Ouidad Bakkali, che hanno presentato una interrogazione parlamentare alla Presidente del Consiglio, al Ministro dell’Interno e al ministro della Giustizia.

Palazzo Chigi, con una nota, ha sottolineato che “trattandosi di una questione che il governo considera di particolare gravità, è stata attivata l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, che dipende dalla Presidenza del Consiglio”.

Ma di cosa si occupa Paragon? 

Paragon Solutions,  è una società israeliana, leader mondiale nella produzione  di sofisticati software di hacking e di spyware di livello militare e utilizzati in molti paesi tra cui tra cui le Agenzie di sicurezza di Tel Aviv e l’Fbi e anche l’Italia.

La società ha interrotto il suo rapporto con i clienti italiani, che sarebbero ufficialmente limitati a un’agenzia di polizia e un’organizzazione di intelligence, secondo quanto riferiscono alcuni media internazionali come il ‘The Guardian‘ britannico e l’israeliano ‘Haaretz‘.

La decisione di interrompere il contratto con l’Italia giunge a meno di una settimana dopo che WhatsApp ha annunciato che “lo spyware di Paragon sarebbe stato utilizzato per colpire decine di persone”. 

Come altri produttori di spyware, Paragon vende i suoi strumenti informatici in particolare a molti clienti istituzionali che dovrebbero utilizzarla per l’attività di prevenzione  dei crimini e non certo per controllare i rappresentanti dei media e della società civile. 

A The Guardian, tuttavia, una fonte ha spiegato che “Paragon aveva inizialmente sospeso il contratto con l’Italia già la settimana scorsa dopo che era emersa una prima accusa su un potenziale utilizzo abusivo dello spyware graphite in grado di infettare i telefoni cellulari e di superare i blocchi dei servizi criptati accedendovi, come ad esempio su WhatsApp e Signal”.

Due giorni fa, a sorpresa, Paragon ha deciso di rescindere completamente il contratto con l’Italia, asserendo di aver accertato la violazione da parte del nostro Paese dei termini di servizio e del quadro etico concordati nel contratto.

Il Portavoce della Commissione Europea, Markus Lammert ha dichiarato che – “Le indagini sono questione che spetta alle autorità nazionali e non alla Commissione europea e ci aspettiamo che verifichino tali accuse. Quello che posso dire, in generale, è che qualsiasi tentativo di accedere illegalmente ai dati dei cittadini, compresi giornalisti e oppositori politici, è inaccettabile, se provato naturalmente“.

Sulla vicenda è intervenuto anche Citizen Lab, il laboratorio interdisciplinare no-profit e indipendente che collabora con WhatsApp per stanare Graphite, lo spyware utilizzato da Paragon e che ha infettato i dispositivi di almeno 90 persone in tutta Europa, compreso il direttore di Fanpage Fancesco Cancellato e l’attivista di Mediterranea Luca Casarini.
Graphite e’ molto pericoloso perché al momento non ci sono protezioni.

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