Obbligo di assicurazione anticatastrofi, il Parlamento valuta modifiche

Montecitorio

Il Parlamento prova ad alleggerire l’impatto dell’obbligo di assicurazione anticatastrofale per le imprese. Dopo la proroga concessa alle Pmi con il decreto di fine marzo, ora tocca agli emendamenti parlamentari tentare un aggiustamento di fondo alla norma introdotta con la legge di bilancio 2024, che prevede per tutte le aziende italiane la sottoscrizione di una polizza contro i rischi da eventi naturali gravi.

Nel corso dei prossimi giorni, la Commissione Ambiente della Camera esaminerà una serie di proposte emendative, molte delle quali di segno bipartisan, tese a rendere il nuovo obbligo meno oneroso per il sistema produttivo.

La richiesta più trasversale riguarda la deducibilità fiscale delle polizze: cinque distinti emendamenti, firmati da esponenti della Lega, di Iv, del gruppo Misto (comprese le minoranze linguistiche), del Pd e anche da Giovanni Luca Cannata di Fratelli d’Italia, puntano a rendere i costi delle assicurazioni deducibili ai fini Ires e Irap.

Ma non si tratta dell’unico fronte aperto. Diverse forze politiche, sia di maggioranza che di opposizione, hanno proposto di attenuare le sanzioni previste per chi non si assicura. Attualmente, la norma stabilisce che l’assenza di copertura venga considerata nella concessione di contributi, ristori e agevolazioni pubbliche, anche in caso di calamità. Una disposizione che potrebbe escludere dalle misure di sostegno proprio le imprese più colpite. Gli emendamenti in discussione propongono quindi di trasformare l’obbligo in una facoltà, sostituendo il “si deve tener conto” con un più elastico “si può”, ed escludendo i crediti d’imposta dall’elenco delle agevolazioni potenzialmente negate.

Un’altra modifica condivisa tra FI, Lega, FdI, Pd e Misto prevede che le aziende non assicurate possano comunque accedere agli aiuti per danni subiti da beni non inclusi nella copertura obbligatoria.

Si discute anche di possibili esenzioni settoriali: una proposta comune vorrebbe escludere dall’obbligo le imprese della pesca. Altre proposte, infine, chiedono di estendere la copertura assicurativa anche agli immobili più vecchi sprovvisti di titolo edilizio o a quelli oggetto di sanatoria.

Sul piano tecnico, si valuta anche di salvaguardare le polizze già in essere, prevedendo per queste un adeguamento graduale alla nuova normativa solo al momento della scadenza. Si propone infine di definire una metodologia unica nazionale per la valutazione del rischio, così da garantire equità e chiarezza nell’applicazione della norma.

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