Meloni, molti i nodi da sciogliere

Giorgia Meloni

Prima la lunga conferenza stampa di inizio anno in programma giovedì 9, seguita dal Consiglio dei Ministri. Nella giornata di sabato, l’incontro con il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden, a Villa Pamphilj a Roma.

Tra le questioni più spinose, il pressing delle Opposizioni che le chiedono di riferire in Parlamento sulla vicenda Starlink, oltre al nodo della nomina del successore di Elisabetta Belloni alla guida del DIS.

Questi i dossier sul tavolo della premier Giorgia Meloni, che domani alle 18 riunirà i suoi Ministri a Palazzo Chigi per il primo CdM del 2025.

Non ancora ufficializzato l’ordine del giorno, ma è probabile che in agenda ci sia la nomina di Fabrizio Curcio come nuovo Commissario straordinario alla ricostruzione dopo l’alluvione in Emilia Romagna, Marche e Toscana in sostituzione di Francesco Paolo Figliuolo.

I nodi caldi sul tavolo della premier

Uno dei temi caldi al centro del Consiglio sarà il terzo mandato dei Presidenti di Regione. Entro il 10 gennaio scadono i termini per impugnare davanti alla Consulta la legge regionale della Campania che estende il limite dei mandati per il presidente di Regione. Nonostante nella Lega ci sia chi, come il governatore veneto Luca Zaia, da tempo spinge per abolire il tetto ai mandati, l’esecutivo dovrebbe mostrarsi compatto nella decisione di opporsi al provvedimento ribattezzato “legge salva-De Luca”.

Altro nodo non di poco conto è legato alla scelta del nuovo Capo del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza dopo le dimissioni di Belloni che saranno effettive dal 15 gennaio: per la successione circolano diversi nomi, dai vice di Belloni al DIS – il prefetto Alessandra Guidi e Giuseppe Del Deo – a Bruno Valensise, attuale direttore dell’Aisi, l’agenzia che si occupa della sicurezza interna. L’approdo di Valensise al DIS, al momento, sarebbe l’opzione più quotata anche per il parere positivo del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, che ricopre il ruolo di Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica.

Obiettivo di Meloni è chiudere in breve tempo un capitolo delicato, anche alla luce delle sfide legate alla complicata situazione internazionale: tra queste, l’arresto e la detenzione in Iran della giornalista Cecilia Sala, dossier sul quale il governo lavora a fari spenti e che potrebbe essere affrontato sabato nel corso dell’incontro con Biden, uno degli ultimi appuntamenti del presidente uscente prima del ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca.

Ma è soprattutto la vicenda Starlink a tenere banco in Parlamento, con le opposizioni – a partire dal Pd Elly Schlein, passando per Movimento 5 Stelle e Avs – che bussano in coro alla porta di Palazzo Chigi per chiedere alla premier di riferire in Aula sull’indiscrezione pubblicata di Bloomberg (e smentita da Palazzo Chigi) che parlava di colloqui avanzati con la Space X di Elon Musk per fornire servizi di telecomunicazione sicuri all’Italia con un contratto da 1,5 miliardi per 5 anni.

Se, da una parte, Matteo Salvini e lo stesso imprenditore sudafricano rilanciano l’ipotesi di un accordo Forza Italia si mostra molto più prudente.

In una riunione tenutasi nella sede del partito, il leader di Fi e ministro degli Esteri Antonio Tajani avrebbe invitato i suoi alla massima prudenza: nessun pregiudizio nei confronti di Musk e le sue società, avrebbe chiarito il vicepremier, sottolineando l’opportunità da parte del Governo ad essere cauti su questa materia.

Una posizione che il Portavoce azzurro Raffaele Nevi, in chiaro, sintetizza così: “Non c’è nessun contratto firmato, su queste cose bisogna essere molto attenti e valutare bene la nostra convenienza e la riservatezza dei dati sensibili“. Tra l’altro, nel pomeriggi, il Ministro Tajani è stato visto entrare a Palazzo Chigi, ma non si hanno conferme di un colloquio con la Ptemier Meloni.

ALTRE NOTIZIE