La piazza per l’Europa divide la politica: le reazioni

La manifestazione per l’Europa, che ha visto la partecipazione di diverse forze politiche a Piazza del Popolo a Roma, non è riuscita a colmare le distanze tra le opposizioni, che continueranno a divergere anche in Parlamento. Nonostante l’unità della piazza, dove si è respirato un forte spirito di pace e di collaborazione tra i popoli europei, le forze politiche di minoranza si preparano a presentare risoluzioni contrastanti al Senato e alla Camera sul tema della difesa e della politica estera in vista del consiglio europeo.

La questione principale riguarda il piano di riarmo europeo, un argomento che ha generato forti fratture all’interno delle opposizioni. Il Movimento 5 Stelle, attraverso una bozza di risoluzione già pronta, chiede al governo di opporsi fermamente alla spesa per armi, proponendo che quei fondi siano invece destinati a settori come sanità, occupazione, istruzione e ambiente. Giuseppe Conte, leader del M5S, ha ribadito la posizione del partito sui social, accusando il governo Meloni di spingere per un aumento delle spese militari fuori dai vincoli europei: “Dobbiamo fermarli”, ha scritto.

D’altra parte, il gruppo di Alleanza Verdi-Sinistra (Avs) ha adottato una posizione simile, chiedendo un’Europa di pace, ma si è discostato dal Movimento 5 Stelle nell’approccio alla piazza per l’Europa. Sebbene il segretario di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, e il co-portavoce dei Verdi, Angelo Bonelli, abbiano partecipato attivamente alla manifestazione, il M5S ha scelto di disertarla, alimentando ulteriormente le tensioni tra le forze di sinistra.

Fratoianni ha difeso la partecipazione alla piazza, sottolineando che fosse importante mostrare un impegno per la pace, il multilateralismo e la difesa del welfare europeo. Al contrario, Bonelli ha attaccato duramente Carlo Calenda di Azione, criticandolo per aver etichettato negativamente la manifestazione. L’attrito tra Avs e Azione si è acuito anche a causa di un duro scambio di parole, che ha messo in evidenza la difficoltà delle opposizioni di mantenere una posizione unitaria anche quando si tratta di questioni che sembrano trovare consenso in piazza.

Il Partito Democratico si trova a fare i conti con questa frammentazione interna. La segretaria Elly Schlein è chiamata a risolvere le divergenze che sono emerse, soprattutto dopo la spaccatura sul voto di Strasburgo sulla difesa europea. Il dibattito interno al PD continua, e le prossime risoluzioni in Parlamento, che saranno discusse già a partire da martedì al Senato, rappresentano una vera e propria prova cruciale per la leadership di Schlein. La sua capacità di trovare un terreno comune tra le forze di sinistra, che a livello di piazza sembrano aver trovato un accordo sul no al riarmo, sarà decisiva per il futuro della politica estera del partito.

Sebbene il panorama delle opposizioni resti frammentato, Fratoianni ha cercato di gettare un ponte di speranza, dichiarando che Pd, M5S e Avs sono d’accordo sulla necessità di fermare il piano di riarmo, definito inefficiente e fuori dal centro. Tuttavia, il cammino verso una posizione unitaria sembra ancora lungo e tortuoso, con le forze di governo pronte a sfruttare le divisioni interne tra le opposizioni.

In questo clima di incertezze, la manifestazione di Piazza del Popolo, pur se significativa, non è riuscita a cambiare il corso delle discussioni politiche, che si concentrano ora sulla politica estera e sulla difesa europea. Per le opposizioni, il lavoro da fare in Parlamento si preannuncia tutt’altro che semplice, e la strada per un accordo comune è ancora tutta da percorrere.