L’economia italiana crescerà nel 2025 ad un passo dimezzato rispetto alle previsioni, ma i conti pubblici tengono. Il nuovo Documento di finanza pubblica (Dfp) presentato oggi dal Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti in Consiglio dei Ministri, tratteggia uno scenario tendenziale improntato alla cautela, ma conferma: “Nonostante il dimezzamento delle previsioni di crescita, incredibilmente la finanza italiana rispetta tutti gli indicatori”.
Le stime aggiornate portano il Pil del 2025 allo 0,6% (rispetto all’1,2% ipotizzato nel Piano strutturale di bilancio) e quello del 2026 allo 0,8%. Una previsione che il Ministro definisce “coerente con il difficile contesto internazionale”, aggravato dalle tensioni geopolitiche e dalla crisi dei dazi.
“Mi chiedete di pianificare a tre anni, ma se azzecco il 2025 sono già un mago”, ironizza Giorgetti, che rivendica il rispetto degli impegni su deficit e debito. Il deficit rimarrà al 3,3% nel 2025, scenderà al 2,8% nel 2026 e al 2,6% nel 2027. Il debito pubblico, invece, si attesterà al 136,6% nel 2025 per poi iniziare a calare nel 2027, “quando finalmente l’effetto di cassa del Superbonus tenderà a sgonfiarsi”.
Nessuna indicazione, al momento, sull’impatto dei dazi Usa: “Bisogna mantenere la mente fredda ed essere chirurgici nelle risposte”, afferma il Ministro. Lo stesso approccio vale per le spese per la difesa: la linea resta quella di allinearsi al target del 2% del Pil, ma senza scostamenti decisi finché il quadro non sarà più chiaro.
Il Dfp sarà trasmesso domani alle Camere e, come prevede la nuova normativa europea, non conterrà ancora le parti programmatiche tradizionalmente presenti nel vecchio Def. Tuttavia, Giorgetti assicura che l’impostazione prudente consente di non compromettere l’equilibrio dei conti pubblici.
Infine, il Consiglio dei Ministri ha approvato anche la proroga della delega fiscale: il Governo avrà tempo fino al 31 dicembre per completare i decreti attuativi. “Una decisione che permetterà di consolidare i risultati già ottenuti e di completare gli interventi in elaborazione”, ha spiegato il viceministro delle Finanze Maurizio Leo. Dal varo della riforma nell’agosto 2023, sono stati approvati 14 decreti e 4 testi unici.