I dazi imposti da Donald Trump – ha dichiarato il Ministro Giorgetti – sono una misura che “preoccupa, è già accaduto in passato, lo ha fatto anche l’Amministrazione Biden. E’ utilizzato come strumento di politica industriale da parte degli USA per riportare delle produzioni negli USA“.
Il Ministro ha raccomandato che – “L’Europa inizi a immaginare degli strumenti per difendere le produzioni che esistono in Europa e in Italia. Ci diano strumenti – ha rimarcato – per difendere la nostra industria che altrimenti rimane stritolata dalla concorrenza che viene dall’Asia o dagli USA. Strumenti ce ne sono tanti per esempio un uso più intelligente della tassazione ambientale che è stato un clamoroso autogol per tutta l’industria dell’automotive”.
Trump va avanti con il suo progetto che mira a punire coloro i quali, secondo il presidente, si sono comportati male commercialmentecon gli Stati Uniti. Tira dritto e non si ferma neppure davanti il parere degli investitori e di Wall Street, e ha mantenuto la promessa di imporre dal primo febbraio dazi del 25% a Canada e Messico e del 10% alla Cina.
Sui beni che saranno tassati il Presidente è stato vago e, parlando con i giornalisti nello Studio Ovale, ha dettato un elenco di materie che include l’acciaio, l’alluminio, il rame, i prodotti farmaceutici, le medicine, ma anche i microchip, il gas e il petrolio.
Le tasse sulle importazioni da quei Paesi avranno, tuttavia, un certo peso sulle tasche degli americani. Infatti, secondo uno studio dell’università di Yale, ci saranno 1.300 dollari di spese annuali in più per famiglia.
Ma anche in questo caso, Trump appare sereno e si dice convinto che – “gli americani capiranno“.
Fa riflettere il commento del Wall Street Journal che, a proposito delle misure doganali imposte dalla nuova Amministrazione USA, scrive che si tratta della “guerra commerciale più stupida della storia” e che, alla fine, ingesserà, rallentandola, l’economia americana.