Giorgetti esclude scostamenti: “Prima di spendere voglio sapere perché”

MINISTRO GIORGETTI

L’Italia è oggi un Paese credibile, con i conti in miglioramento, i giudizi delle agenzie di rating in rialzo e i titoli di Stato molto richiesti sui mercati internazionali. I Btp fanno “invidia” ai Treasury americani, come sottolinea Giancarlo Giorgetti. Ma, nonostante questi segnali positivi, il ministro dell’Economia esclude con decisione ogni ipotesi di scostamento, anche di fronte ai nuovi scenari aperti dai dazi o all’aumento delle spese per la difesa.

Nel presentare in Parlamento il nuovo Documento di finanza pubblica, Giorgetti rivendica il lavoro del governo nel garantire basi solide alle finanze italiane. E lancia un messaggio netto: “Prima di prevedere spese supplementari, voglio sapere dove vanno a finire quei soldi e per quale motivo le devo fare”. Una linea di cautela che riflette la grande incertezza del contesto internazionale.

Tra dazi incrociati, crisi geopolitiche e pressioni sulla spesa militare, Giorgetti respinge ogni reazione frettolosa. Secondo il ministro, le previsioni sono già formulate con ipotesi sfavorevoli, ma potrebbero anche verificarsi “sorprese positive” sull’andamento dei tassi d’interesse, dei prezzi dell’energia o sulle trattative internazionali sui dazi, che potrebbero risolversi in modo meno dannoso del previsto.

Il ministro interviene anche sul fronte della difesa, dove sottolinea la necessità di scelte ponderate. “Ci sono liste troppo lunghe di richieste… non ho il coraggio di leggerle”, ha dichiarato, riferendosi alle pressioni per aumentare la spesa militare. Il collega Guido Crosetto, titolare del dicastero, ha replicato con ironia: “Mi fa piacere che Giancarlo non abbia perso il senso dell’umorismo, che io fatico a ritrovare pensando agli scenari che potrebbero affrontare le nostre forze armate”.

Giorgetti, comunque, ribadisce la necessità di cautela. Nessuna deroga al patto di stabilità sarà richiesta per ora, in attesa dell’orientamento generale che emergerà dal vertice Nato di giugno. “Calibrare la spesa militare significa fare delle scelte”, spiega, e ogni scelta in quella direzione incide su deficit e debito pubblico, con il rischio di rimandare l’uscita dell’Italia dalla procedura di infrazione europea.

Il debito, aggiunge Bankitalia, resta il nodo centrale: va assolutamente ridotto. E anche se l’Italia rispetta la nuova regola della spesa, le autorità indipendenti – dalla Corte dei Conti all’Ufficio parlamentare di bilancio – lamentano l’assenza di indicazioni concrete su molte voci fondamentali del bilancio pubblico, inclusi i dettagli sull’andamento a medio termine del debito e la destinazione delle risorse del Pnrr.

Dure le critiche delle opposizioni. Il senatore Pd Antonio Misiani definisce il Dfp “il nulla cosmico”, privo di una visione strategica. Il Movimento 5 Stelle accusa il governo di finanziare la spesa militare senza benefici per la crescita economica. Inoltre, contesta l’assenza in Aula del ministro Giorgetti, atteso a Washington per gli incontri con il Fondo monetario internazionale.

Nell’incertezza, il messaggio del ministro resta chiaro: niente spese extra senza certezze. La linea del governo è mantenere l’equilibrio, con prudenza e scelte ben motivate. Solo così, sostiene Giorgetti, l’Italia potrà affrontare le sfide dei prossimi mesi senza mettere a rischio i progressi raggiunti.

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