Compie 90 anni Gianni Letta, il civil servant per eccellenza della Repubblica Italiana, capace di costruire ponti tra opposti in ogni fase politica degli ultimi cinquant’anni. Il 15 aprile il Senato celebrerà il suo compleanno con un brindisi organizzato dal Presidente Ignazio La Russa, in un aperitivo che riunirà esponenti da destra a sinistra: un riconoscimento trasversale per un uomo che ha fatto della mediazione la propria cifra distintiva.
Letta, nato ad Avezzano nel 1935, ha attraversato le stagioni più complesse della vita politica italiana, a partire dai giorni bui del sequestro Moro, quando da direttore del quotidiano Il Tempo partecipava ai dialoghi riservati tra Francesco Cossiga e Ugo Pecchioli. “Forse ho imparato allora il valore del confronto pacato e costruttivo, anche tra posizioni distanti”, ha ricordato.
Ma è con Silvio Berlusconi che il suo nome è entrato nella memoria collettiva del Paese. Dal 1994, Letta diventa l’uomo-chiave nei governi del Cavaliere, nominato più volte Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega ai servizi segreti. Figura discreta e influente, è stato l’architetto silenzioso di molte intese, compreso il celebre Patto del Nazareno tra Berlusconi e Matteo Renzi nel 2014.
Senza mai sedere in Parlamento, Letta ha rappresentato per anni l’interlocutore fidato di capi di Stato, premier e leader politici, stimato anche oltre gli schieramenti. Tanto che nel 2006 Berlusconi lo propose come Presidente della Repubblica.
Oggi, pur defilato dopo la scomparsa di Berlusconi, Letta non è mai davvero uscito di scena. Presenze fisse a eventi culturali e cerimonie istituzionali, continua a offrire consigli e analisi ai protagonisti della politica italiana. E domani, tra un calice e un augurio, a Palazzo Madama tornerà a essere – ancora una volta – il baricentro della politica che conta.