Continua la bagarre tra le Forze di opposizione e il Governo Meloni anche in merito alle spese militari, dopo le richieste della NATO di portare al 5% il Pil che attualmente in Italia è poco al di sotto del 2% e a seguito delle politiche della nuova Amministrazione di Donald Trump, che prevede il ritiro del contingente americano della NATO in Europa, con la conseguente ipotesi e necessità da parte del Vecchio Continente di dotarsi di una propria Forza multinazionale composta dai militari dei 27 Paesi dell’Unione, per colmare l’eventuali carenze di organico dovute al ritiro di un cospicuo numero di militari attualmente forniti dagli Stati Uniti d’America.
La Presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni, presente in queste ore alla seduta del Consiglio informale dell’Unione Europea sulla Difesa, ha ricordato come sia importante scorporare le spese militari dal Patto di stabilità che ha incatenato le disponibilità di spesa dei vari Stati aderenti.
E intanto emergono indiscrezioni sulla ipotesi che i soldi dei Fondi Coesione europei, che irresponsabilmente non sono stati spesi dalle Regioni, possano essere stati dirottati dai Governi, su richiesta dell’UE, per la produzione di droni e altre tecnologie utilizzabili a scopo militare.
Elisa Scutella’, Capogruppo del M5S in Commissione Politiche UE, ha dichiarato: “i soldi che le nostre regioni del Sud hanno ricevuto dall’Europa per costruire scuole e ospedali, strade e ponti, per l’innovazione la competitività, sono stati usati per finanziare l’industria militare. Pretendiamo che il Ministro per gli Affari Europei e le Politiche di Coesione, Tommaso Foti, dia al più presto dei chiarimenti in merito“.
Ma non basta, perché è intervenuto in proposito nel pomeriggio anche l’eurodeputato Pasquale Tridico, che ha chiesto alla Premier Meloni di “dire no agli eurobond di guerra” – e aggiunge- “I leader europei sono a Bruxelles per parlare di difesa e di armi, mai che si riuniscano per affrontare i nodi della nostra economia, del potere di acquisto dei salari o del necessario sostegno alle imprese e ai posti di lavoro a rischio, in particolare nel settore dell’automotive. Queste sono le vere priorità sui cui l’UE dovrebbe investire attraverso il ricorso agli Eurobond“.
“Se invece – commenta l’eurodeputato – si dovesse puntare a un incremento del debito per investire nell’industria bellica, aumentare gli acquisti di armi, missili e caccia, saremmo davanti a un clamoroso tradimento dei cittadini e dei Trattati europei che vietano espressamente l’uso dei fondi europei per il riarmo”.
Ursula Von der Leyen, la scorsa settimana aveva annunciato la riallocazione dei fondi di coesione in favore della Difesa. E’ evidente che se per alcune regioni italiane gli effetti di un simile provvedimento sono meno pesanti, per le Regioni più povere come la Calabria, il Molise, la Campania o la Basilicata, il rischio, quantomai plausibile e verosimile, e’ che dovranno subire tagli ai settori che si trovano già in condizioni di gravissima precarietà ed emergenza, come l’istruzione, la sanità e le infrastrutture e – precisa Tridico – “con l’unico scopo di inviare armi in Ucraina o compiacere i capricci di Trump sulle spese NATO. La Meloni si opponga a tutto questo e guardi in faccia le vere emergenze del Paese“.
In serata avremo contezza delle decisioni che saranno state adottate dal consiglio informale dell’Unione Europea sulla difesa sul quale incombe peraltro anche la minaccia sempre più verosimile dei dazi che Donald Trump vuole imporre a tutti i paesi europei e che comporteranno un quasi certo incremento dell’inflazione, impoverimento delle zone già a basso reddito. L’inflazione è risalita a gennaio all’1,5% e il carrello della spesa ha accelerato salendo al +1,8%.
Nel frattempo nel primo pomeriggio di oggi è giunta la notizia che Trump ha garantito alla Repubblica del Messico e al Canada, la possibilità di usufruire di un ritardo di un mese per l’applicazione della misura dei dazi in quel paese.
Da parte italiana c’è un clima di attesa per le decisioni sui dazi all’Europa e si conta sul fragile rapporto privilegiato di Meloni con Trump, mentre il Vicecepremier Antonio Tajani oggi ha dichiarato che la politica dei dazi, adottata dalla nuova Amministrazione Trump, non gioverà a nessuno, e come dicono molti analisti economici, potrebbe addirittura essere un boomerang anche per l’economia degli stessi Stati Uniti d’America.