“All’indomani dell’approvazione definitiva in Senato del Decreto Bollette, Confindustria esprime forte preoccupazione e contrarietà per l’assenza di misure concrete a sostegno del cuore produttivo del Paese”.
Gli imprenditori, ricordano che “la bolletta di tutta l’industria italiana supera abbondantemente i 20 miliardi di euro all’anno e che le imprese italiane continuano a subire uno spread energetico che supera il 35% e che arriva anche a toccare punte dell’80% nel confronto con i Paesi europei”, avverte: È una situazione insostenibile per le imprese italiane. Occorre agire con urgenza“.
Durissime le critiche da parte di Aurelio Regina, Presidente Delegato di Confindustria per l’energia ha dichiarato: “È una pazzia, non c’è niente per l’industria, le nostre proposte non sono state prese in considerazione. Distretti a rischio competitività. Il Decreto bollette che è stato approvato è stato scritto diversamente e il Parlamento, che avrebbe potuto apportare i necessari correttivi e rafforzarlo, non l’ha fatto. È urgente, quindi, un tavolo di confronto a Palazzo Chigi per adottare misure strutturali per ridurre il costo energetico del mondo industriale che oggi più che mai soffre per questo motivo un forte svantaggio competitivo con il resto del mondo. È «una pazzia» aver varato questo testo, senza accogliere le proposte delle imprese, in primis quella per estendere l’ambito di applicazione della norma che azzera gli oneri di sistema alle utenze in bassa tensione (che sono i piccolissimi esercizi commerciali) anche alle utenze delle imprese allacciate in media tensione, cioè tutte le piccole e medie imprese italiane, senza incidere sul bilancio pubblico, ma redistribuendo proporzionalmente il beneficio tra bassa e media tensione. Questa proposta avrebbe dato un supporto a realtà come il distretto del tessile di Prato, la meccanica dell’Emilia Romagna, l’alimentare in Campania, Puglia, Sicilia, Emilia, oppure il farmaceutico del Lazio, la componentistica automotive del Piemonte o della Lombardia, l’arredo e design del marchigiano, il calzaturiero veneto. Sono alcuni tra i numerosi esempi per far capire quanto possa essere dannoso non occuparsi del costo dell’energia per la sopravvivenza delle imprese che costituiscono le eccellenze dei nostri distretti industriali. Sono quelle le imprese che realizzano l’export di 626 miliardi che tiene in vita la nostra economia”.
La replica da parte di Palazzo Chigi è arrivata rapidamente, sostenendo che la Presidente del Consiglio e il Governo prima di varare il Decreto bollette avevano raggiunto un accordo sui contenuti dopo aver consultato le categorie degli imprenditori, motivo per cui il Governo afferma di non comprendere i motivi per cui ora invece gli imprenditori mostrano il proprio dissenso nei confronti di un provvedimento di cui avevano preso visione e che avevano discusso concordato con l’Esecutivo.