Dazi Usa: Zaia teme il disastro, Calenda vuole una risposta forte

Carlo Calenda

L’annuncio da parte degli Stati Uniti di voler applicare dazi sulle importazioni di merci europee ha suscitato forti reazioni politiche in Italia, con diversi esponenti che hanno espresso preoccupazione e avanzato proposte per rispondere a questa minaccia economica. Il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha definito un “disastro” l’ipotesi che i dazi possano raggiungere il 25%, o anche cifre inferiori, sulle merci italiane ed europee. “Il Veneto ha un export verso gli Usa di 8 miliardi di euro, e l’applicazione di dazi significa essere meno competitivi sul mercato“, ha sottolineato Zaia, aggiungendo che l’Unione Europea dovrebbe dialogare con gli Stati Uniti, rifiutando approcci che si basano su minacce.

Zaia ha inoltre espressamente manifestato la sua preoccupazione per un crescente atteggiamento di sfiducia verso gli Stati Uniti, suggerendo che l’Europa non può permettersi di considerare gli Usa come nemici, nonostante l’amministrazione Trump. “Non possiamo ragionare in termini di amicizia o inimicizia a seconda di chi c’è alla Casa Bianca,” ha detto il presidente veneto, ricordando che oggi c’è Trump, ieri c’era Biden e domani ci sarà un altro presidente.

D’altra parte, il leader di Azione, Carlo Calenda, ha offerto una risposta più incisiva e provocatoria. In un’intervista al Quotidiano Nazionale, Calenda ha dichiarato che l’Europa dovrebbe rispondere alla politica dei dazi con la creazione di un esercito europeo e una misura concreta: “Se Trump mette i dazi, noi tassiamo le big tech americane.” Secondo Calenda, la mobilitazione contro la Russia, come quella per l’Ucraina, non deve essere l’unico scopo dell’Europa. L’Unione, secondo lui, deve diventare una vera potenza geopolitica, capace di rispondere con forza a Trump e alle sue politiche protezionistiche.

Calenda ha sottolineato che, mentre nessuno discute la legittimità dell’amministrazione Trump, l’Europa non può rimanere passiva: “Se non rispondiamo, Trump non smetterà di applicare i dazi a chi va a leccargli le scarpe,” ha affermato, enfatizzando l’importanza di un’Europa che, con il suo peso economico e industriale, deve reagire e assumere un ruolo di potenza.

Le sue proposte includono una risposta economica diretta, come la tassazione delle big tech americane al 15% in caso di dazi americani, ribadendo la necessità di agire con fermezza contro una politica estera che, a suo parere, si è troppo allineata con le politiche di Putin. In sintesi, Calenda esorta l’Europa a non essere più un attore passivo, ma a compiere un salto qualitativo, diventando una potenza in grado di influenzare gli equilibri internazionali.

In definitiva, le reazioni politiche italiane ai dazi proposti dagli Stati Uniti sono variegate. Se Zaia si preoccupa delle conseguenze negative per l’economia, Calenda spinge per una risposta forte che includa sia la cooperazione militare che misure economiche dirette contro le politiche americane. In ogni caso, entrambe le visioni convergono sulla necessità di un’Europa più unita e determinata nelle sue scelte internazionali.