Il Premier nipponico Shigeru Ishiba, nel corso di un programma televisivo dell’emittente pubblica NHK ha detto che – “il Giappone non farà alcuna concessione che possa influire sulla sicurezza alimentare nei negoziati tariffari con gli Stati Uniti” – e ha colto l’occasione per sottolineare “la serietà dell’approccio dell’esecutivo di Tokyo riguardo la questione dell’accesso al mercato agricolo”.
Riferendosi ai diversi standard seguiti dagli Stati Uniti per la commercializzazione e distribuzione degli alimenti Ishiba ha detto: “Dobbiamo proteggere la sicurezza dei cittadini giapponesi. Non intendiamo fare concessioni sulla sicurezza alimentare“.
Il Giappone, in realtà, da tempo non accetta alimenti di provenienza USA per la presenza di ormoni nella carne bovina, per la somministrazione in generale di antibiotici non conformi agli standard del benessere animale, per la carne di pollo disinfettata con il cloro nella fase di macellazione e di lavorazione. Questi parametri sono attualmente sotto esame anche da parte delle Autorità di regolamentazione dell’Unione Europea.
Ishiba ha anche detto che – “l’espansione delle importazioni di gas naturale liquefatto sarà esaminata come merce di scambio, considerando che il Presidente Trump sta dando priorità all’eliminazione del deficit commerciale del suo Paese con il Giappone”.
Gli Stati Uniti sono diventati i principali esportatori al mondo di gas liquido, sebbene il processo necessario per produrlo sia di gran lunga più costoso rispetto all’export di gas naturale via pipeline, e rimane una pratica di produzione energetica molto controversa.
“Dietro il boom dello shale americano – dicono gli analisti – restano infatti aperti gli interrogativi sull’impatto ambientale: l’estrazione del gas, ricavata in primo luogo con la tecnologia del fracking – la frantumazione idraulica delle rocce di scisto – oltre a inquinare le falde acquifere, immette metano in atmosfera, aggravando l’effetto serra.