Ieri crollo di Wall Street. Oggi BCE taglia i tassi

Dalle Borse europee emergono anche in questa prima parte della giornata degli scambi evidenti, segnali di incertezza e timore da parte degli investitori nella mattinata per l’attesa della riunione della Bce sulla politica monetaria e la conferenza stampa di Christine Lagarde.

Si mantengono, infatti, fiacche le principali Borse europee dopo l’annuncio della BCE sui tassi, in calo dello 0,25% come da stime, mentre i future USA sono contrastati.
Nell’ultima seduta prima di Pasqua la meno debole è Madrid (-0,15%), Milano cede circa lo 0,3%, Francoforte e Londra lo 0,6% e Parigi lo 0,8%.

In rialzo a 119 punti il differenziale tra Btp e Bund tedeschi, con il rendimento italiano in rialzo di 2,8 punti al 3,72%, al pari di quello tedesco che sale invece al 2,53%.

Sotto i riflettori restano le tensioni commerciali, con i primi negoziati e le posizioni del Wto e della Fed.
Sul fronte valutario l’euro scende a 1,1378 sul dollaro. L’indice Stoxx 600 ha ceduto lo 0,4%.

Sui principali listini europei soffrono la farmaceutica (-0,9%) e i tecnologici, mentre si attendono gli sviluppi sui dazi.

Deboli le banche con -0,2% e le assicurazioni con -0,3%, unitamente alle utility (-0,6%), con il prezzo del gas che sale a 35,83 euro al megawattora. Seduta poco mossa per l’energia (-0,03%), mentre il petrolio è in rialzo. Il Wti si attesta a 63,13 dollari al barile e il brent a 66,41 dollari.

In calo anche il settore azionario delle case automobilistiche (-0,4%), mentre è in controtendenza il lusso (+0,5%), dove si mette in mostra Lvmh (+1,4%) ma con Hermes in calo (-1,3%) dopo i conti.

Poco mossi i rendimenti dei titoli di Stato. Lo spread tra Btp e Bund si attesta a 118 punti, con il tasso del decennale italiano al 3,71% e quello tedesco al 2,53%.
Continua la corsa dell’oro che sale a 3.324 dollari l’oncia, con un incremento dello 0,6 per cento.

In Italia i rendimenti dei titoli di Stato sono poco mossi sempre in attesa della riunione della Bce sulla politica monetaria e la conferenza stampa della Ptmtesuxente Christine Lagarde.
 Lo spread tra Btp e Bund è poco mosso a 119 punti e il tasso del decennale italiano sale due punti base al 3,72%.

Sul fronte valutario l’euro prosegue in lieve calo in vista della BCE sulla politica monetaria e mentre si guarda ai negoziati sui dazi degli Stati Uniti. La moneta unica viene scambiata a 1,1368 dollari, con una flessione dello 0,3%.


Intanto, Donald Trump è tornato ad attaccare il Presidente della FED Jerome Powell: “È troppo lento nell’abbassare i tassi di interesse” – ha affermato il Presidente americano in un post sul suo social Truth.

Nella seduta di ieri negli USA, alla chiusura dei mercati,  si è registrato un nuovo crollo di Wall Street dopo che Nvidia è affondata a oltre -10%. 

Il Dow Jones ieri ha lasciato l’1,73% a 39.669,39, il Nasdaq ha perso il 3,04% a 16.312,51 punti e lo S&P 500 ha ceduto il 2,24% a 5.275,70 punti.

Tuttavia ieri il Presidente della FED, Jerome Powell, ha dichiarato che – “L’economia USA è solida nonostante l’aumento dell’incertezza e dei rischi al ribasso e la FED non sarà mai influenzata da una pressione politica. L’indipendenza della FED è ben conosciuta e compresa al Congresso e a Washington”.

Intanto, emerge un altro sintomo della crisi delle economie di molti Paesi nel mondo,  tanto che l’Agenzia di rating Fitch, sulle stime del Pil mondiale sull’onda della guerra dei dazi e in un aggiornamento speciale del suo Global Economic Outlook trimestrale, ha ”tagliato la crescita mondiale nel 2025 di 0,4 punti percentuali”. 

I suoi esperti prevedono che la crescita mondiale scenderà al di sotto del 2% quest’anno, il che sarebbe il livello più basso dal 2009, esclusa la pandemia.

L’agenzia di rating ha abbassato anche le previsioni sulla crescita dell’Italia di 0,1 punti, ipotizzando che nel 2025 si attesti a un modesto +0,3%. L’intervento nel quadro più ampio di una drastica riduzione delle stime di crescita mondiale. Analogo taglio anche per il prossimo anno, ma con un Pil stimato a +0,6%. 

La crescita del nostro Paese è fra le più basse fra le economie avanzate con la notevole eccezione della Germania, stimata quest’anno ancora in recessione, con -0,1%, ma con un rimbalzo atteso nel 2026 a + 1,1%.

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