Il Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha presentato la riforma relativa ai nuovi programmi scolastici. Tante le novità in arrivo che dovrebbero andare in vigore dall’anno scolastico 2026-2027.
Già dalla scuola dell’infanzia si darà più attenzione alla fantasia e alla memoria, con l’insegnamento di filastrocche e poesie. Dalle scuole primarie i primi accenni di epica classica, mitologia greca e saghe nordiche, lo studio della musica, annessa la conoscenza della Bibbia “come testo della nostra tradizione, anche per aver ispirato numerose opere di letteratura, musica, pittura e influenzato il patrimonio culturale di molte civiltà”, come spiega la sottosegretaria all’Istruzione, Paola Frassinetti.
La lingua latina si inizierà a studiare a partire dalla seconda media. Il programma prevede un maggiore approfondimento della storia d’Italia e uno spazio dedicato anche alla Bibbia. Per quanto riguarda le Scuole superiori la geostoria sarà eliminata per dare più rilievo allo studio della geografia, mentre la letteratura italiana sarà sempre in primo piano.
Il Ministro Valditara assicura che “non avremo una scuola più sovranista ma il nostro obiettivo è una scuola seria”. Le nuove Indicazioni sottolineano l’importanza di una corretta espressione linguistica e la chiarezza nella comunicazione, ma anche del coltivare la fantasia dei giovani senza tralasciare l’insegnamento della grammatica.
La Rete degli studenti Medi critica la riforma definendola “ideologica e dannosa”, aggiungendo che nessuno ha coinvolto gli studenti nella stesura del programma. Tommaso Martelli, Coordinatore nazionale dell’Unione degli Studenti, definisce l’introduzione della Bibbia nel programma come “una chiara scelta politica in linea con le idee reazionarie e conservatrici del Governo”.
Anche l’opposizione esprime critiche. Gli esponenti del M5S ironizzano sulla riforma, suggerendo che con Valditara la scuola pubblica stia tornando indietro nel tempo – “Quale sarà la prossima mossa? Rimettere le tv in bianco e nero negli istituti? Dividere le classi in sezioni maschili e femminili? Con Valditara la scuola pubblica sembra condannata ad una edizione de “Il Collegio”, in cui gli studenti devono vivere come facevano i loro genitori o i loro nonni”.
Ilenia Malavasi, deputata del Partito Democratico afferma: “c’è da rimanere allibiti”. Invece la segretaria del Pd, Elly Schlein sostiene che “è un’idea nostalgica della scuola quella di Valditara che scambia l’autoritarismo con l’autorevolezza”.
Invece Elisabetta Piccolotti, esponente di Alleanza Verdi Sinistra, definisce così le dichiarazioni del Ministro – “Sono annunci mediatici sconclusionati e controproducenti. Invece di cercare risorse economiche per migliorare le attività educative, ridurre il numero di alunni per classe e alzare gli stipendi degli insegnanti, preferisce lanciare idee estemporanee e ideologiche”.
Forza Italia, Lega e FdI, sostenitori della riforma, lodano l’intento di rafforzare le materie classiche e umanistiche. Fabio Rampelli di FdI afferma – “La scuola del futuro torna a centrarsi su materie classiche e umanistiche, che rendono unica la nostra nazione nel mondo, nonostante l’ansia di omologazione cui abbiamo assistito in questi anni. Essere meravigliosamente diversi agli occhi del mondo e volere per obbligo scimmiottare gli altri era e resta una modalità autolesionistica”.