Confcommercio: consumi in calo, pesa l’incertezza sui dazi

L’incertezza generata dall’annuncio dei dazi da parte di Donald Trump ha dato “l’ultimo colpo alla stabilità delle aspettative”, con effetti immediati sul clima di fiducia di imprese e famiglie. A lanciare l’allarme è Confcommercio, che nella congiuntura di aprile evidenzia come l’instabilità globale “più che diradarsi si moltiplica”, con conseguenze evidenti anche sull’economia italiana.

Il 2025 era iniziato con segnali incoraggianti, ma dopo un gennaio superiore alle attese, il bimestre febbraio-marzo ha mostrato un deciso rallentamento. I consumi hanno segnato un calo del 2,3% a febbraio e dello 0,7% a marzo. Ad aprile si registra una lieve risalita dello 0,4%, ma per Confcommercio si tratta “di un segnale ancora troppo modesto per parlare di inversione di tendenza”. La difficoltà per le famiglie di trasformare l’incremento dei redditi reali in maggiore spesa resta “il pezzo che manca a una più florida crescita”, sottolineano dall’associazione.

Il prodotto interno lordo nel primo trimestre dell’anno è cresciuto dello 0,3%, con una previsione di crescita annua allo 0,8%, ma solo “ammesso che l’incertezza e la fiducia si stabilizzino”. Le condizioni per una ripresa non mancherebbero: inflazione sotto controllo, tassi d’interesse in calo, redditi reali in aumento e occupazione stabile. Tuttavia, secondo l’Ufficio studi di Confcommercio, tutto ciò potrebbe non bastare in presenza di un mercato globale in tensione.

Nel dettaglio, i cali più significativi nei consumi di marzo si registrano nel comparto alimentare, bevande e tabacchi (-2,7%), nei beni e servizi ricreativi (-2,2%), nella casa (-1,2%), nella mobilità (-0,8%), nell’abbigliamento (-0,7%) e nella cura della persona (-0,4%). Anche la domanda per alberghi e ristorazione segna un lieve calo dello 0,1%. Resta stabile l’inflazione, stimata ad aprile allo 0,3% mensile e al 2,2% su base annua. Le tensioni sui prezzi energetici si attenuano, e l’inflazione di fondo resta sotto il 2%.

Secondo Confcommercio, il vero nodo resta la fiducia: finché l’incertezza sulle relazioni commerciali globali non sarà dissipata, la ripresa resterà fragile e a rischio.