Dall’arrivo a Roma dei cardinali elettori fino all’ “Habemus Papam”. Si rinnova, come da secoli, il rito del conclave, la cerimonia che accompagna l’elezione del nuovo Pontefice. Un momento solenne, di grande intensità simbolica, che attraversa l’intera Chiesa e il mondo.
L’etimologia stessa della parola “conclave” richiama il senso della clausura: “cum clave”, ovvero chiusi a chiave. È proprio così che inizia il procedimento. I cardinali aventi diritto al voto – 135 in questo caso, anche se la norma prevede un massimo di 120 con possibili deroghe – giungono a Roma e trovano alloggio a Casa Santa Marta, la residenza scelta anche da Papa Francesco.
Il giorno dell’assemblea, i cardinali partecipano alla messa nella basilica di San Pietro, presieduta dal cardinale decano – oggi Giovanni Battista Re – prima di incamminarsi in processione verso la Cappella Sistina. Lì è tutto predisposto: banchi per le votazioni, la stufa per bruciare le schede, la rigorosa esclusione di qualunque contatto con l’esterno.
Dopo il giuramento solenne, la frase “extra omnes” – fuori tutti – segna l’inizio del conclave. La porta della Sistina viene chiusa a chiave e iniziano le operazioni di voto. Se si comincia nel pomeriggio, si tiene un solo scrutinio; nei giorni successivi sono quattro al giorno, due al mattino e due al pomeriggio.
Ogni cardinale scrive sulla scheda il nome del prescelto sotto la formula Eligo in Summum Pontificem. Poi, con un gesto rituale, piega il foglio e lo depone nell’urna d’argento. Le schede, lette da tre scrutatori, vengono poi forate e bruciate. Il fumo che ne esce – nero in caso di mancata elezione, bianco se il Papa è stato eletto – è il segnale atteso dal mondo.
Quando si raggiunge il quorum necessario, il decano si rivolge al candidato eletto per chiedere se accetta e quale nome intenda assumere. Dopo il consenso, il nuovo Papa si ritira nella stanza delle lacrime, dove indossa la veste bianca.
Infine, dalla loggia centrale della basilica di San Pietro, il cardinale protodiacono annuncia l’elezione al popolo: Habemus Papam. Ed è proprio in quel momento che la Chiesa e il mondo salutano il nuovo Vescovo di Roma.