Caso Almasri, la Corte penale internazionale fa il punto

Ministri Nordio e Piantedosi

La Corte penale internazionale (CPI) ha recentemente chiarito che l’Italia avrà l’opportunità di presentare osservazioni sulla mancata cooperazione riguardo alla richiesta di arresto e consegna del generale libico Nijeem Osama Almasri. Fadi El Abdallah, portavoce della CPI, ha sottolineato che la competenza per decidere sulla questione ricade sulla Camera preliminare, la quale dovrà esaminare la richiesta. L’Italia, come parte di questa procedura, avrà la possibilità di fare le proprie osservazioni.

Tuttavia, non sono emersi procedimenti formali contro alcun funzionario italiano al momento. “Non c’è alcun caso in corso davanti alla CPI contro funzionari italiani“, ha precisato El Abdallah. La situazione, però, si è complicata con la denuncia depositata lo scorso 5 febbraio all’Aja da un rifugiato sudanese, che ha accusato la premier Giorgia Meloni e i ministri Carlo Nordio e Matteo Piantedosi di aver ostacolato l’amministrazione della giustizia per la mancata consegna del generale libico. A seguito di questa denuncia, è stato segnalato un caso per oltraggio alla Corte (art. 70 dello Statuto di Roma), ma l’ufficio del procuratore non ha commentato pubblicamente tali comunicazioni.

Fadi El Abdallah ha confermato che, secondo lo Statuto di Roma, chiunque da qualsiasi parte del mondo può inviare “comunicazioni” al procuratore della CPI riguardanti potenziali crimini. La Corte, quindi, sta esaminando le segnalazioni e le comunicazioni ricevute, senza ancora aver preso una posizione ufficiale.