Caso Almasri, il Senato sospende i lavori fino a martedì

Ministro Nordio

Il Senato ha deciso di sospendere i lavori fino a martedì, a seguito della mancata presenza in aula dei Ministri Carlo Nordio e Matteo Piantedosi per riferire sul rimpatrio del generale libico Almasri e sull’inchiesta che coinvolge la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. La decisione è stata presa dalla conferenza dei capigruppo, a seguito della richiesta delle opposizioni che hanno insistito affinché il governo chiarisse i contorni della vicenda, che definiscono non solo giudiziaria, ma anche politica e molto grave.

Non andremo avanti con i lavori finché il governo non chiarirà i contorni della vicenda, che non è solo giudiziaria ma essenzialmente politica e molto grave“, ha dichiarato il capogruppo del Pd, Francesco Boccia, durante la riunione della capigruppo. La protesta si è estesa anche ai gruppi M5s, Avs e Italia Viva, che hanno ribadito la necessità di un intervento del governo. “La situazione è inaccettabile. Per noi non esiste la motivazione che, siccome i ministri e la presidente del Consiglio abbiano ricevuto una iscrizione al registro degli indagati, non possano venire in parlamento“, ha detto Chiara Braga, presidente del gruppo del Pd, aggiungendo: “È successo per un membro di questo governo per ben due volte, la ministra Santanchè è venuta a riferire in Aula con indagini e inchieste in corso. Quindi chiediamo che vengano loro e si assumano la piena responsabilità di questo fatto gravissimo.

Dal canto suo, il presidente dei deputati di Italia Viva, Davide Faraone, ha commentato duramente la situazione: “Con il governo Meloni, il Parlamento è diventato il luogo dell’oblio. È inaccettabile che, mentre gli esponenti del governo commentano ovunque questa vicenda sui media, il Parlamento venga ignorato. Meloni, non altri, venga immediatamente a riferire in Aula su una vicenda che resta politicamente opaca“.

In risposta alle accuse, la senatrice di Forza Italia, Licia Ronzulli, ha dichiarato a La7: “L’iscrizione nel registro degli indagati non è stata un atto dovuto ma un atto voluto. La magistratura si è interposta tra cittadini e Parlamento, impedendo oggi un’informativa che avremmo dovuto ascoltare, come richiesto dall’opposizione.

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