Calenda: “M5 va cancellato”. Conte risponde: “liberale a giorni alterni”

Carlo Calenda

Sullo sfondo del dibattito sul riarmo lanciato da Ursula von der Leyen, a non trovare pace è ancora il ‘campo largo’. Se l’idea unitaria di Elly Schlein è quella di ricompattare le Opposizioni in funzione antigovernativa, non la pensano allo stesso modo Carlo Calenda e Giuseppe Conte.

Il leader di Azione dal Congresso del Partito attacca in maniera netta il Movimento 5 Stelle. “Noi non stiamo nel campo largo perché c’è il solito problema con l’M5s e l’unico modo per avere a che fare con l’M5s è cancellarlo” – afferma Calenda dal palco, da cui poco dopo interviene anche la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.

Il primo a intervenire per difendere la causa ex grillina è Stefano Patuanelli. Armandosi di ironia, il Capogruppo al Senato del Movimento pubblica sui social una foto del Segretario di Azione con Pina Picierno e Paolo Gentiloni, commentando con la frase tanto cara a Schlein: “Testardamente unitari“.

L’attacco più diretto, però, arriva da Giuseppe Conte con un lungo post in cui non risparmia botte neanche alla Premier e a Guido Crosetto, membri, per Conte, insieme a Calenda del “partito trasversale della guerra“.

Il Presidente del M5S a proposito di Calenda afferma che , “si finge liberale a giorni alterni: per lui l’M5s andrebbe cancellato. Che cultura politica è mai questa? Immaginatelo al Governo intento a ‘cancellare’ il M5s e i cittadini che la pensano come noi”. “Rispetto per chi è contrario al riarmo, Carlo, anche se hai l’elmetto da tre anni“, aggiunge il leader pentastellato che, tuttavia, considera gli insulti arrivati una medaglia e, anzi, rivendica la crescita nei sondaggi dei Cinquestelle “nonostante il fango a reti e giornali unificati“.

A riportare la pace, ci prova Francesco Boccia, il Presidente dei Senatori Dem che, ospite di Calenda, spiega che – non è dividendosi “tra di noi” che si recuperano elettori, ma mettendo in discussione il modello della destra che, nonostante sia divisa profondamente, in questo momento guida il Paese perché nel 2022 ci siamo divisi, perché ognuno di noi ha pensato che la propria ricetta fosse la più giusta. Ma la storia ci ha dato torto – prosegue Boccia – e a Palazzo Chigi c’è finita Meloni con tre Partiti che si detestano, ma hanno fatto un patto politico per andare avanti. Non si costruisce l’alternativa cancellando altre forze politiche, ma mettendo insieme, con la fatica della politica, i tanti punti che ci uniscono che, vi garantisco, sono molti di più di quelli che ci dividono. Se facciamo prevalere le divisioni il destino è già scritto” – conclude Boccia.