Il Decreto Giustizia, approvato definitivamente dalla Camera con 163 voti favorevoli e 103 astenuti, introduce una serie di novità significative per l’organizzazione del sistema giudiziario italiano, con misure che riguardano i magistrati, l’edilizia carceraria e la gestione delle misure cautelari. Tra le principali disposizioni figurano limiti agli incarichi dei magistrati, l’obbligo di corsi di formazione per alcune categorie, e nuove misure per migliorare l’efficienza e la sicurezza del sistema penitenziario.
Il decreto stabilisce che le elezioni dei Consigli giudiziari e del Consiglio direttivo della Corte di Cassazione, inizialmente previste per il 2024, vengano posticipate ad aprile 2025. Inoltre, il requisito dei 4 anni di servizio residui prima del collocamento a riposo non si applicherà più per il conferimento degli incarichi direttivi, estendendo il limite di almeno 2 anni di servizio a tutte le funzioni direttive, comprese quelle apicali della Cassazione.
Una novità importante riguarda il limite al conferimento di nuovi incarichi direttivi. I magistrati che hanno ricoperto funzioni direttive o semidirettive non potranno fare domanda per un nuovo incarico prima che siano trascorsi 5 anni dalla data in cui hanno assunto la loro ultima funzione. Questa misura mira a garantire una maggiore rotazione dei candidati per le funzioni più delicate del sistema giudiziario.
Nel contesto delle politiche di formazione, il Decreto Giustizia introduce l’obbligatorietà di corsi di aggiornamento per i magistrati che ricoprono incarichi direttivi o semidirettivi, con l’obiettivo di garantire un costante aggiornamento delle competenze professionali. Inoltre, si prevede una riduzione da 24 a 12 mesi del periodo di assegnazione dei giudici onorari di pace all’Ufficio del processo, con copertura finanziaria prevista fino al 2026. In ambito penitenziario, il Decreto Giustizia prevede l’istituzione di un Commissario straordinario per l’edilizia carceraria, con il compito di supervisionare i progetti di costruzione di nuovi penitenziari. Il Commissario avrà la possibilità di avvalersi di esperti e di stipulare protocolli con società partecipate dallo Stato per semplificare il processo di costruzione, con un emolumento che aumenterà rispetto alla legge istitutiva.
Per quanto riguarda la sicurezza, il decreto introduce norme più rigide sull’uso del braccialetto elettronico, con verifiche più dettagliate sulla fattibilità tecnica e operativa delle misure cautelari. Inoltre, si prevede l’introduzione di nuove misure per proteggere le vittime di reati, come l’obbligo di utilizzare il braccialetto elettronico per garantire il rispetto delle misure cautelari. Il decreto prevede anche l’uso dei fondi per la giustizia riparativa per finanziare la costruzione di nuove carceri, una misura che ha suscitato polemiche, in particolare da parte del senatore di Italia Viva Ivan Scalfarotto, che ha criticato l’utilizzo di fondi destinati alla difesa delle vittime.
Infine, una delle modifiche riguarda il Codice della crisi d’impresa, con un intervento che chiarisce che gli atti compiuti prima dell’entrata in vigore del decreto 2024 sono validi senza necessità di essere modificati. Con queste nuove disposizioni, il governo punta a rendere il sistema giudiziario italiano più efficiente e sicuro, ma non mancano le critiche da parte di alcuni settori politici e sociali, che temono impatti negativi su diritti fondamentali e su equità e giustizia.