L’Associazione Nazionale Magistrati fa quadrato intorno ai colleghi messi all’indice dal Governo e lancia un messaggio forte contro la riforma della giustizia portata avanti dall’Esecutivo di Giorgia Meloni. Nel giorno dell’Assemblea Straordinaria nell’Aula Magna della Cassazione, a cui hanno preso parte oltre 700 persone, viene approvata all’unanimità una mozione che boccia senza possibilità di appello il progetto governativo che, scrivono le toghe, porta ad un “indebolimento delle garanzie e dei diritti dei cittadini“.
Nella mozione viene annunciata, quindi, la “mobilitazione culturale per sensibilizzare l’opinione pubblica sui pericoli della riforma“. Tra le iniziative previste anche “l’istituzione di un comitato operativo a difesa della Costituzione aperto all’avvocatura, all’università, alla società civile, indipendente da ogni ingerenza politica, anche in vista di una possibile consultazione referendaria, per far conoscere alla cittadinanza i pericoli derivanti dalla riforma“. E ancora: la proclamazione “in relazione all’iter parlamentare del Ddl” di una o più giornate di sciopero e “l’organizzazione di almeno una manifestazione nazionale da svolgersi dopo l’eventuale approvazione in prima lettura“. Prevista anche una protesta in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario e il “coinvolgimento delle istituzioni europee preposte al monitoraggio dell’indipendenza e imparzialità della magistratura, anche per attivare eventuali procedure di infrazione“.
Il documento approvato è il traguardo di una giornata in cui i magistrati hanno scelto di fare “fronte comune” contro la separazione delle carriere, il doppio CSM e l’istituzione di un’Alta Corte come organo di disciplina. La riforma rappresenta “uno strappo e non una nuova trama del tessuto costituzionale” – afferma il Presidente dell’Associazione, Giuseppe Santalucia che aggiunge – “La magistratura si sente pesantemente sotto attacco da parte di una buona parte della stampa e dei media, che la feriscono con ogni genere di accuse. Tutto ciò è reso possibile dall’insofferenza che settori importanti della politica ostentano nei confronti della giurisdizione“.
Santalucia si rivolge e replica senza mezzi termini alla Premier Meloni che dal palco di Atreju ha affermato che – l’obiettivo dell’Esecutivo è liberare la magistratura dal controllo della politica“. Il numero uno dell’ANM giudica l’intervento della Presidente del Consiglio “una forma di paternalismo di cui non avvertiamo il bisogno” – e aggiunge che – le toghe hanno bisogno di buone leggi di cui sapremo fare buon uso, non abbiamo bisogno che ci si liberi da qualcuno“.
Santalucia ha illustrato tutte le strategie di comunicazione da attuare in caso di referendum. “Speriamo che l’elettorato venga investito da una richiesta di voto e “a gente farà le sue scelte, io credo che in una democrazia di qualità e autenticamente partecipata, contribuire al dibattito per ampliare l’orizzonte degli argomenti contrari o favorevoli sia la cifra di una democrazia vera“. Dal canto suo il Segretario Generale, Salvatore Casciaro, ha affermato che – nell’eventuale referendum il quesito vero, e sarà il nostro sforzo da comunicare ai cittadini, sarà: volete ancora dei magistrati indipendenti dalla politica? Questa è la domanda che speriamo i cittadini comprendano. E mi auguro che a questo quesito sia data la risposta che tutti noi ci attendiamo“.
Per il numero due del Sindacato, Alessandra Maddalena, il Ddl “potrebbe essere solo la cornice finale in cui inquadrare in modo definitivo una magistratura indebolita e normalizzata“. Da qui l’invito “a rimboccarsi le maniche perché è tempo di superare gli indugi: tocca a tutti i magistrati schierarsi. Tutti. C’è qualcosa di troppo grande in gioco“.