Spiagge italiane, predominio della plastica del 77,9%

Nettuno (Roma), sempre più rifiuti si arenano sulle spiagge

Nel 2025, la situazione dei rifiuti sulle spiagge italiane ha raggiunto livelli preoccupanti, con oltre 56.000 pezzi di spazzatura raccolti e catalogati su 63 spiagge, per una media di 892 rifiuti ogni 100 metri di costa. Questo dato emerge dalla nuova indagine “Beach Litter 2025”, realizzata nell’ambito della 35esima edizione della campagna “Spiagge e Fondali Puliti” di Legambiente, che ha visto il coinvolgimento di numerosi volontari in 13 regioni italiane, un campione che raddoppia rispetto all’edizione del 2024. La campagna, condotta dal 4 al 6 aprile scorso, ha ricevuto il supporto di Sammontana come partner principale, confermando l’importanza di azioni concrete per sensibilizzare sulla questione dei rifiuti abbandonati lungo le coste.

Il “grado di pulizia” delle spiagge, misurato tramite il Clean Coast Index (CCI), ha infatti mostrato che il 28% delle spiagge monitorate è stato giudicato sporco o molto sporco, contro il 6,6% nel 2024. Diminuiscono anche le spiagge classificate come “molto pulite” (dal 42% al 27%) e quelle “pulite” (dal 24,2% al 14%).

Tra i dati più significativi, emerge il predominio della plastica, che rappresenta ben il 77,9% dei rifiuti trovati sulle spiagge italiane (43.776 su 56.168 totali). In dettaglio, i rifiuti in plastica includono una vasta gamma di oggetti, ma i più preoccupanti sono i prodotti monouso e le reti da pesca, che continuano a prevalere nonostante il divieto introdotto dalla Direttiva SUP (Single Use Plastics). Questi articoli, infatti, costituiscono ancora il 40,5% dei rifiuti totali, dimostrando che la plastica monouso è una problematica non risolta e che il bando non ha ancora avuto l’effetto sperato. A questi si aggiungono i mozziconi di sigaretta, che rappresentano il 7,5% dei rifiuti, con una media di circa 7 mozziconi ogni 10 metri di spiaggia. Anche i cotton fioc in plastica, pur essendo stati messi al bando in Italia dal 2019, costituiscono il 5,6% dei rifiuti raccolti.

“Da trentacinque anni Legambiente, grazie ai volontari e alle volontarie dei Circoli e alla collaborazione con associazioni, istituzioni, cittadini e imprese, realizza un importante lavoro di Citizen Science, raccogliendo, monitorando e classificando i rifiuti dispersi sulle nostre spiagge, un lavoro che ha anticipato e contribuito a far nascere i monitoraggi istituzionali in Italia e nel Mediterraneo – afferma il Direttore Generale di Legambiente Giorgio Zampetti.

Continuando: “Il nostro impegno va anche oltre, con tante iniziative di raccolta dei rifiuti per contrastare i loro effetti negativi sull’ecosistema marino costiero e sensibilizzare verso stili di vita più sostenibili e comportamenti responsabili. Particolarmente importante è, in tal senso, che tutti noi facciamo la nostra parte per ridurre l’utilizzo di prodotti usa e getta. Prodotti che, nonostante l’approvazione di una direttiva europea che ha fissato obiettivi ambiziosi per la loro riduzione e messa a bando, nel caso della plastica monouso, di fatto continuano ad essere venduti ed utilizzati a causa della mancata definizione normativa del concetto di riutilizzabile, come denunciato già dalla nostra Indagine del Cliente Misterioso appena pubblicata”.

I dati riportanti sottolineano l’urgenza di azioni più concrete per combattere l’inquinamento plastico e promuovere comportamenti più responsabili, sia da parte dei cittadini che delle istituzioni, al fine di proteggere le nostre coste e gli ecosistemi marini. Nonostante gli sforzi di sensibilizzazione e le iniziative di pulizia, è evidente che la gestione dei rifiuti e la riduzione della plastica sono ancora tra le sfide principali da affrontare per preservare la bellezza e la salubrità delle spiagge italiane.

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