Un fenomeno misterioso di lampi di raggi X sempre più frequenti ha catturato l’attenzione degli astronomi, riguardante un buco nero supermassiccio distante 100 milioni di anni luce e con una massa pari a un milione di stelle simili al Sole. In un periodo di due anni, la frequenza dei lampi di raggi X è aumentata drasticamente, passando da uno ogni 18 minuti a uno ogni 7 minuti, un’accelerazione drammatica mai vista per un buco nero.
Lo studio ottenuto grazie al telescopio spaziale XMM-Newton dell’Agenzia Spaziale Europea, sono stati analizzati dal Massachusetts Institute of Technology con la partecipazione dell’Istituto di Astrofisica Spaziale e Fisica Cosmica dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare di Palermo. Il suddetto è stato presentato e spiegato durante un incontro dell’American Astronomical Society, che sarà pubblicato sulla rivista “Nature”, propone una possibile spiegazione per questo fenomeno enigmatico. Il team di ricerca, guidato da Megan Masterson, ha esaminato diverse ipotesi, ma la più probabile sembra essere quella che coinvolge la nana bianca, ovvero il nucleo denso di una stella ormai morta che si trova come sospesa ai confini del buco nero, vicina all’orizzonte degli eventi, il punto oltre il quale nemmeno la luce può sfuggire. “Sarebbe l’oggetto più vicino conosciuto attorno a un buco nero”, afferma Masterson.
Se i lampi di raggi X fossero effettivamente causati da una nana bianca, essa potrebbe emettere anche onde gravitazionali, che potrebbero essere rilevate dalle future osservazioni di strumenti come la sonda spaziale Lisa, progetto congiunto di NASA ed ESA, la quale potrebbe confermare o meno questa teoria.