“Dipanati gli interrogativi sul caso Ramy e con essi tutte le accuse mosse ai danni dei militari dell’Arma. La perizia cinematica chiesta dalla Procura di Milano, ha dato ragione ai due carabinieri che lo scorso 24 novembre si imbatterono nell’inseguimento per le strade del capoluogo lombardo, cercando di arrestare la fuga di un T-Max con a bordo due ragazzi di origini egiziane, rei di non essersi fermati all’alt”.
“Purtroppo, a perdere la vita fu Ramy Elgami, 19 anni. La condotta dei Carabinieri, soprattutto del militare che era alla guida della ‘gazzella’ è stata corretta, l’urto con il grosso scooter sarebbe avvenuto prima, questo quanto emerge dalla perizia”.
“Fin da subito ho espresso la mia totale vicinanza ai due militari coinvolti nell’accaduto e a tutta l’Arma, allo stesso tempo però, il dispiacere per il tragico epilogo del giovane. In Italia esistono le leggi, le forze dell’Ordine sono chiamate a farle rispettare, sull’operato dei nostri uomini in divisa, che quotidianamente rischiano la vita, non ho mai avuto dubbi, a loro rinnovo la mia stima infinita”.
“Adesso mi aspetto le scuse da parte di chi ha sentenziato, accusando inconsapevolmente chi, giorno e notte, garantisce la sicurezza dei cittadini italiani, le nostre forze dell’Ordine non si toccano, sia chiaro“.