Il trend “Shooting AI” nato su TikTok, ha conquistato gli utenti, soprattutto i giovani, che si divertono a vedersi come super modelli pronti per una copertina. Con l’uso di app specializzate come Remini, che è una delle più popolari, gli utenti possono trasformarsi in versioni più perfette di sé stessi, migliorando il proprio aspetto con ritocchi che sembrano reali. Questo processo alimenta l’autostima, ma c’è un lato oscuro: l’illusione di essere ‘realmente’ quella persona dalla bellezza parii ad una divinità.
Nonostante le app promettano di mostrare la “versione migliore di te”, alla fine le immagini risultano molto simili tra loro: corpo scolpito, sguardo intenso, angolazioni simili e un styling curato, che creano una bellezza stereotipata. Le app di fotoritocco, come Lensa AI, PhotoDirector e altre, si sono evolute con l’intelligenza artificiale, offrendo esperienze divertenti e innovative, ma spesso si limitano a presentare una versione idealizzata e poco realistica della persona. Ad esempio, alcune app permettono di mostrare immagini di se stessi in momenti immaginari, come in gravidanza o da bambini, utilizzando foto modificate in bianco e nero.
Il fenomeno degli “shooting AI” sta rapidamente guadagnando popolarità sui social, dove le persone si vedono in foto da copertina, spesso ritoccate in modo da sembrare perfette. Tuttavia, questo trend, che inizialmente è percepito come un gioco, sta iniziando a influenzare negativamente l’autostima, soprattutto tra le giovani generazioni che possono sentirsi sotto pressione per assomigliare a queste versioni artificiali e ideali di bellezza.
Il brand ‘Dove‘, con la campagna “The Code”, ha rivelato che una donna su tre sente il bisogno di cambiare il proprio aspetto dopo aver visto immagini generate dall’AI. Un quarto delle donne sarebbe disposta a sacrificare un anno della propria vita per raggiungere il loro ideale estetico. In Italia, quasi due terzi delle donne pensano che le donne di oggi debbano essere più attraenti rispetto alla generazione precedente, con criteri di bellezza sempre più difficili da soddisfare. Per il 70% degli intervistati, una donna deve sembrare in salute, invece per il 66%, deve essere snella e per il 50%, deve avere una vita stretta, pur essendo formosa.
L’introduzione dell’AI alla portata di tutti sta, per così dire ‘democratizzando’ queste tecnologie, ma allo stesso tempo sta creando un impatto culturale significativo, influenzando i canoni estetici della società. Questo fenomeno rischia di omologare la diversità e di alimentare insicurezze, soprattutto tra i giovani.
“Viviamo in un mondo sempre più digitale e aperto all’intelligenza artificiale, dove dilaga un concetto di bellezza stereotipata e irraggiungibile. Attraverso strumenti come l’IA è diventato semplice creare un’immagine stereotipata di noi stessi, “perfetta” sotto molti aspetti, e a portata di click. E se questo aspetto influisce nella vita di tutti noi, ha un impatto ancor più grande tra i giovanissimi, che stanno ancora costruendo la consapevolezza di sé e la propria autostima. Il dilagare di questi trend, che propongono modelli irrealistici, non fa che alimentare un’insicurezza latente sul proprio aspetto.
Diventa più che mai importante, quindi, sensibilizzare ed equipaggiare i giovani e l’intera opinione pubblica sull’uso consapevole delle nuove tecnologie per promuovere la diversità e l’unicità di ogni individuo, affinché la bellezza, quella autentica, sia fonte di felicità e non di disagi”, ha osservato Ugo De Giovanni – General Manager Unilever Italia.