IA: dai compositori a McCartney, il mondo della musica è in allerta

pianoforte e spartiti

Dai compositori di ACMF a Paul McCartney, il mondo della musica si sta scagliando contro l’uso dell’IA nel panorama musicale. Per proteggere il lavoro umano nella composizione ci pensa l’assemblea dei soci dell’ACMF (Associazione Compositori Musica per Film), nata nel 2017 con la Presidenza Onoraria del grande Maestro Ennio Morricone, ha recentemente approvato con larga maggioranza un’importante modifica al proprio statuto. L’aggiornamento prevede l’introduzione di una nuova clausola che vieta l’uso dell’intelligenza artificiale generativa nella creazione musicale da parte degli iscritti.

L’associazione, che rappresenta compositori di colonne sonore per film, TV e videogiochi, è attualmente composta da oltre 100 soci. Tra i suoi membri onorari figurano anche nomi illustri come Michael Nyman, Roger Waters, Hans Zimmer, Pino Donaggio, Nicola Piovani e Charles Bernstein, sotto la Presidenza di Pivio e la Vicepresidenza di Alessandro Molinari.

La nuova norma, finalizzata a proteggere i diritti d’autore e a tutelare il valore creativo e professionale dei compositori di colonne sonore, stabilisce che: “l’utilizzo, diretto o indiretto, di strumenti di Intelligenza Artificiale non umana generativa per la composizione o il ruolo ‘prestanome’ di opere destinate al deposito presso la SIAE o enti equivalenti comporterà la perdita della qualifica di socio. Tale provvedimento è esteso al deposito di opere che non riportino un elenco chiaro e verificabile degli artisti interpreti ed esecutori coinvolti nella realizzazione dell’opera. Questo al fine di evitare il riconoscimento di qualsivoglia diritto connesso ad algoritmi o software di composizione assistita. comporterà la perdita della qualifica di socio. Inoltre, è previsto che il deposito delle opere presso tali enti debba essere accompagnato da un elenco chiaro e verificabile degli artisti interpreti ed esecutori coinvolti, al fine di evitare il riconoscimento di diritti su composizioni generate da algoritmi o software di composizione assistita.

Con questa decisione, l’ACMF diventa la prima associazione di settore a inserire questa restrizione nel proprio statuto, segnando un passo significativo nella tutela dei lavoratori della musica e della composizione.

A questo proposito, Paul McCartney è un’altra voce importante che ha messo in guardia sui pericoli di un’adozione troppo libera dell’IA, che potrebbe compromettere i diritti d’autore e la protezione delle opere artistiche. Il celebre membro dei Beatles, che ha recentemente espresso le sue preoccupazioni in un’intervista esclusiva alla BBC.

Paul McCartney – celebre membro dei Beatles

McCartney ha criticato duramente il Governo del Regno Unito che, sotto la leadership di Keir Starmer, sembra favorire lo sviluppo tecnologico senza sufficienti garanzie a tutela degli artisti, in particolare dei musicisti emergenti. Secondo l’iniziativa proposta dal Governo, sarebbe possibile utilizzare l’IA per elaborare opere altrui senza bisogno di autorizzazione, a meno che non sia l’autore a sollevare esplicitamente delle obiezioni. “Noi siamo il popolo, tu il Governo e si suppone che debba tutelarci. È il tuo lavoro” – dichiara il grande McCartney alla BCC.

Questo approccio potrebbe esporre i giovani creatori a potenziali abusi, come la possibilità che le loro opere vengano sfruttate senza il loro consenso, rischiando di renderli vulnerabili a truffe. McCartney, nonostante non sia contrario all’IA in sé, tanto da utilizzarla per completare la registrazione postuma nel 2023 del brano “Now and Then”, inedito firmato da John Lennon nel 1977, con le voci di tutti e quattro i Beatles, ha espresso preoccupazione per l’assenza di regole chiare e per la possibilità che la tecnologia venga utilizzata in modo irregolare.

L’artista ha evidenziato che la tecnologia, pur essendo utile, deve essere controllata per evitare che alteri l’autenticità e l’integrità artistica, rischiando di ridurre la musica a un prodotto artificiale, lontano dall’autorevolezza e dalla creatività che la contraddistinguono. “Il denaro che arriva tramite le piattaforme streaming dovrebbe andare alle persone che creano la musica, non ai giganti tecnologici” – conclude l’icona dei Beatles.