DeepSeek l’incubo delle big tech USA

App Deepseek

In America, l’app gratuita più scaricata sugli iPhone in questo momento è cinese e si chiama DeepSeek. Questo chatbot, basato su un avanzato modello di intelligenza artificiale generativa, ha rapidamente attirato l’attenzione degli utenti e ha iniziato a rappresentare una seria sfida per le grandi aziende tecnologiche americane. Nonostante il dominio per anni delle aziende della Silicon Valley nel settore dell’IA, DeepSeek è riuscita a imporsi come una forza destabilizzante grazie a modelli potenti, efficienti ed economici.

Una delle caratteristiche che ha reso DeepSeek così popolare è il fatto che sia completamente open source e gratuita. Gli sviluppatori possono utilizzarla senza costi elevati, in contrasto con modelli di IA di giganti come OpenAI, Google e Anthropic, che risultano molto più costosi. Marc Andreessen, co-fondatore di Netscape e della società di venture capital statunitense – Andreessen Horowitz, ha definito DeepSeek come “una delle innovazioni più sorprendenti e significative”, apprezzando soprattutto il fatto che sia open source.

L’app ha fatto parlare di sé per la prima volta lo scorso dicembre, quando ha lanciato il modello V3, un’intelligenza artificiale con 671 miliardi di parametri, che ha dimostrato prestazioni simili a quelle dei modelli di punta come GPT-4 di OpenAI e Claude 3.5 di Anthropic. Tuttavia, il vero colpo di scena è arrivato il 20 gennaio, quando la compagnia ha presentato R1, un modello con capacità di ragionamento avanzato che supera molti dei modelli concorrenti, soprattutto in ambito matematico e di programmazione.

Una delle innovazioni di R1 è la sua capacità di accedere a informazioni aggiornate in tempo reale dal web, mentre altri modelli, come GPT-1, si basano su dati preesistenti. Inoltre, R1 esplicita il proprio processo di ragionamento, offrendo agli utenti una visione più trasparente delle sue risposte, anche se, come altri modelli di IA, non possiede una vera ‘comprensione’ di ciò che produce.

DeepSeek ha anche puntato sull’efficienza dei costi: elaborare un milione di token con il modello R1 costa circa 2,19 dollari, una cifra notevolmente inferiore ai costi dei modelli di OpenAI. Inoltre, la possibilità di far girare R1 su dispositivi locali come smartphone e computer rende l’IA ancora più accessibile e sicura, poiché non richiede l’invio di dati a server centralizzati.

Un altro punto di forza di DeepSeek è la sua capacità di addestrare i modelli a costi molto bassi. L’addestramento del modello V3 è stato effettuato con un budget di circa 5,58 milioni di dollari, un importo ben al di sotto delle cifre che le aziende americane spendono per addestrare modelli di IA simili. Le big tech statunitensi, come OpenAI, spendono attualmente centinaia di milioni di dollari, con proiezioni che parlano di costi che potrebbero raggiungere i miliardi nei prossimi anni.

Nonostante le restrizioni imposte dagli Stati Uniti sull’accesso alle tecnologie avanzate, DeepSeek ha ottimizzato l’uso delle risorse hardware, riuscendo a ottenere prestazioni eccellenti anche con chip meno efficienti. Questo approccio le ha permesso di mantenere i costi bassi e sfidare la concorrenza delle grandi aziende americane.

Dietro DeepSeek c’è l’imprenditore Liang Wenfeng, fondatore di High-Flyer, un hedge fund quantitativo con sede a Hangzhou. Wenfeng, che ha una formazione in ingegneria elettronica e della comunicazione, ha deciso di investire le risorse del fondo in DeepSeek nel 2023, mirando a sfruttare il potenziale dell’intelligenza artificiale in vari settori. A differenza di altre aziende cinesi, DeepSeek non dipende da finanziamenti delle grandi tech come Baidu o Alibaba, rendendola una delle realtà più indipendenti nel panorama dell’IA in Cina.

Tuttavia, uno degli aspetti più controversi di DeepSeek è il suo allineamento alle politiche del governo cinese. I test sui chatbot hanno rivelato che DeepSeek tende a evitare risposte dirette su argomenti politicamente sensibili, come le proteste di Piazza Tiananmen o i movimenti pro-democrazia a Hong Kong, spesso riflettendo le narrazioni ufficiali del governo cinese. Questo comportamento solleva interrogativi sulla libertà di informazione e sul ruolo della censura all’interno di un sistema di IA che è accessibile a livello globale.

Il rapido successo dell’app cinese fa tremare le big tech e ha avuto un’impatto quasi devastante sul mercato. Ad esempio Nvidia -9,15%, Microsoft ha subito una flessione sul mercato del 4%. Lo stesso vale per le aziende OpenAI che va a meno 5,6%, ma anche la società giapponese Softbank -8%. Invece Alphabet perde il 3,10%. A scendere sotto i 100 mila dollari anche il Bitcoin.

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