Chi sarà il successore di Francesco secondo l’IA

Piazza San Pietro

Chi sarà il nuovo Papa? Sarà l’attuale Segretario di Stato Pietro Parolin. Questa la risposta di ChatGpt -come si legge sul sito dell’emittente francese Bfmtv – è stata interpellata dalla redazione del programma televisivo Tech&Co sul successore di Papa Francesco a poche settimane dall’inizio del Conclave e a quattro giorni dai funerali del Pontefice.

Secondo l’intelligenza artificiale l’attuale numero due in Vaticano ha una “probabilità del 27,6%” di diventare il prossimo Papa. Ma tra i primi 5 figurano come l’outsider il Cardinale filippino Luis Antonio Tagle, come più probabili il Presidente della CEI, Matteo Zuppi (circa il 15% di chance), l’ungherese Peter Erdo e il Cardinale ghanese Peter Turkson.

ChatGpt, a cui è stato chiesto di non prendere in considerazione gli articoli di stampa, per elaborare il suo modello ha utilizzato cinque criteri: la sociologia del collegio elettorale, il desiderio di continuità o rottura, la governance e la diplomazia, l‘età e la salute e infine l’accettabilità ideologica, cioè la capacità del futuro Papa di fare sintesi tra le diverse correnti interne.

Pietro Parolin avrebbe un vantaggio, ovvero unire il sostegno di una parte significativa dei 53 Cardinali europei, quelli degli italiani desiderosi di riportare a casa il papato e di molti moderati del Sud, che vedono in lui la garanzia di una transizione graduale piuttosto che di un’inversione di rotta. “La sua lunga esperienza diplomatica rassicura chi desidera riforme della curia senza sconvolgimenti” – afferma ChatGpt.

L’outsider, il filippino Tagle avrebbe una probabilità del 24%. “Parte con un blocco ben definito: quasi tutti i 23 cardinali asiatici, un certo numero di africani e latinoamericani (circa 58 voti potenziali). Gli mancano ancora 30-35 voti, che dovrà negoziare con gli europei moderati. E’ fattibile, ma non scontato”, precisa l’intelligenza artificiale, che non ‘scommette’ per ora su Turkson, definito un “simbolo africano”, le cui possibilità dipenderanno dalla volontà dei cardinali di “oltrepassare due soglie: il continente e il colore della pelle. Oggi, è più un ‘kingmaker’ progressista che un favorito”.

Tuttavia non è escluso che il 12% di probabilità faccia uscire dal Conclave un nome a sorpresa, come, ad esempio, è’ avvenuto nel 1978 con Giovanni Paolo I e nel 2013 con lo stesso Bergoglio.

“In questo caso – conclude ChatGpt – il francese Jean-Marc Aveline potrebbe rappresentare il giusto compromesso se “gli italiani e i cardinali del Sud (Asia + America Latina + parte dell’Africa) si neutralizzassero a vicenda” durante il voto.

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