Nel bene e nel male, in questi giorni si è dibattuto molto, su tutti i media nazionali e internazionali, dell’affair Space X-Italia, l’accordo miliardario che il Governo italiano avrebbe o non avrebbe approvato e firmato con la società che fa capo al magnate e futuro membro della nuova Amministrazione Trump, Elon Musk.
Da parte delle forze di opposizione del Parlamento italiano si contesta al Governo di non essere stato informato della trattativa e tantomeno che, ammettendo e non concedendo che la vicenda abbia avuto questo risvolto, fosse stata discussa dalla Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni in occasione del suo ultimo viaggio lampo in Florida per incontrare il Presidente eletto degli Stati Uniti d’America, Donald Trump, il che dimostrerebbe che il progetto avrebbe fatto seguito ad una serie di contatti che segretamente e personalmente intrattenuti dalla Premier con lo stesso Elon Musk.
Il Governo italiano, a seguito della pubblicazione della notizi da parte dei edi USA e poi di quelli italiani, ha chiaramente più volte smentito che vi siano state decisioni prese dall’Esecutivo in tal senso. Tuttavia, i media statunitensi hanno dato della questione una versione opposta, confermando che una sorta di accordo quinquennale tra Space X e il Governo italiano, ci sarebbe stato in passato e oggi sarebbe al vaglio conclusivo da parte di entrambe le parti interessate.
Nessuno, in verità, sino ad oggi può dirci come stiano realmente le cose, ma il collega giornalista e analista Marco Pugliese un’idea se l’è fatta e noi ve la proponiamo, pari pari, a come l’abbiamo ricevuta.
L’Italia s’appresta a siglare (anche se smentisce) un accordo quinquennale con SpaceX (Bloomberg ha anticipato la notizia) per integrare i servizi satellitari Starlink nelle comunicazioni governative e militari – scrive Pugliese che prosegue – un passaggio che potrebbe rivoluzionare il modo in cui il Paese gestisce la sicurezza e la connettività, soprattutto in scenari critici come il Mediterraneo, ovvero lo scenario geopolitico dove abbiamo più problemi con la sicurezza.
Il fulcro della collaborazione riguarda la riduzione dei tempi di latenza grazie alle costellazioni di satelliti in orbita bassa, l’adozione di sistemi crittografati ad alto livello e l’introduzione del servizio “direct-to-cell”, che permetterà di mantenersi operativi anche in caso di disastri naturali o attacchi terroristici.
Nel contesto della Difesa, la disponibilità di una rete satellitare indipendente dalle infrastrutture terrestri offre un vantaggio strategico sia in termini di copertura sia di resilienza cibernetica, riducendo il rischio di blocchi improvvisi o intrusioni ostili. L’ingresso di SpaceX nel mercato italiano delle telecomunicazioni solleva interrogativi in chi non ha compreso che tale tecnologia in Europa non la possiede nessuno. Russia e Cina nemmeno. Il sostegno all’accordo da parte del Ministero della Difesa e dei Servizi Segreti – rimarca Pugliese – sottolinea il modus operandi in questi casi: presenza governativa all’interno del programma e soprattutto contratti di tipo”militare” con al centro l’interesse strategico e nazionale (tutte informazioni che sui media non vanno).
A breve sarà fondamentale avere rotte sicure per l’import/export e la copertura satellitare sarà fondamentale, visto che paesi terzi impediranno in tutti modi (tramite triangolazioni note) all’Europa (il vero ventre molle occidentale) di rifornirsi. Serve sicurezza strategica elevata o sarà difficile commerciare.
In operazioni sensibili come questa, i Servizi d’intelligence – precisa Pugliese – possono intervenire nei processi decisionali sia attraverso Commissioni miste sia con un ruolo consultivo nei Consigli di Amministrazione, monitorando la gestione dei dati e la conformità ai protocolli di sicurezza. In caso d’ attacchi alla rete satellitare, il canale di comunicazione diretto con SpaceX consentirà di intervenire tempestivamente e condividere informazioni riservate, mentre la presenza di server nazionali o di data center certificati fornirà garanzie sulla protezione delle informazioni più delicate. L’investimento può avere un ritorno l’innovazione italiana, stimolando l’evoluzione delle PMI e delle startup legate al mondo aerospaziale e della difesa e offrendo al Paese una maggiore credibilità internazionale.
In questo caso l’UE si metterà di traverso (l’Italia avrà una capacità strategica superiore), come forse politici poco lungimiranti (tali accordi sono strategici al netto del colore politico del Governo).
(Articolo di Marco Pugliese, giornalista del Centro Italiano di Strategia e Intelligence)