Voleva uccidere Trump: a progettare l’attentato era un 17enne accusato del delitto dei genitori

Trump al congresso

Voleva seminare il caos, scatenare una guerra razziale e colpire il cuore della democrazia americana. Il protagonista di questo piano è un ragazzo di appena 17 anni del Wisconsin, già incriminato per l’omicidio dei propri genitori, i cui cadaveri sarebbero rimasti nascosti in casa per due settimane. Ma secondo l’FBI, quello non era che l’inizio.

Gli investigatori federali hanno trovato un “manifesto” nel domicilio dell’adolescente in cui si incitava all’assassinio del Presidente Donald Trump. Il documento, ricco di riferimenti ideologici estremisti, invocava l’eliminazione del Capo della Casa Bianca come mezzo per scatenare disordini su scala nazionale e accelerare una fantomatica guerra razziale.

Il 17enne – che non è stato ancora identificato pubblicamente – avrebbe condiviso i propri intenti su TikTok e Telegram, dichiarandosi affiliato all’Order of the Nine Angles, una setta neonazista che, secondo l’FBI, promuove “violenza e terrorismo per distruggere la civiltà moderna”. Non si trattava solo di parole: il ragazzo avrebbe tentato di acquistare un drone modificato con un meccanismo di rilascio per lanciare esplosivi, molotov e agenti tossici contro obiettivi non precisati.

Nel nuovo affidavit federale emerge che il duplice omicidio dei genitori sarebbe stato parte integrante del piano: un atto freddo e calcolato per ottenere libertà di movimento e fondi economici utili alla realizzazione del progetto.

Il giovane è ora formalmente accusato non solo di omicidio ma anche di cospirazione per l’assassinio del Presidente degli Stati Uniti e tentato utilizzo di un’arma di distruzione di massa. Un caso che scuote l’America e riaccende i riflettori sul pericolo crescente del terrorismo interno e delle radicalizzazioni tra i giovanissimi.

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