All’indomani della batosta elettorale inflitta da Donald Trump ai democratici guidati da Kamala Harris, l’establishment dem, ha scelto la strategia “play dead” , suggerita da James Carville, che consiste nel fingersi morti.
In biologia si definisce tanatosi, ed è una strategia di sopravvivenza utilizzata da molti animali per evitare di essere predati. Consiste nel simulare la morte, rimanendo immobili e apparentemente privi di vita, per spaventare o confondere il predatore.
In politica, invece, tale espressione è utilizzata con l’obiettivo di non reagire alle politiche del proprio avversario e prevede sostanzialmente di stare seduti ad attendere che, in questo caso i repubblicani, si autodistruggano. Una strategia che pare essere stata accolta da una opposizione – con il Capogruppo di minoranza al Senato Chuck Schumer e quello alla Camera Hakeem Jeffries – che in questa fase non riesce ad esprime né un leader né una strategia condivisa per contrastare l’amministrazione.
Intanto, mentre i democratici stanno a guardare, cresce giorno dopo giorno la partecipazione al “Fight the Oligarchy Tour“. La sinistra del Partito guidata dal Senatore Bernie Sanders e dalla deputata Alexandria Ocasio-Cortez si sta facendo largo. Da quando ha preso il via, con un comizio ad Omaha, in Nebraska il 21 febbraio, davanti ad un pubblico di 2500 persone, il tour che predilige le città e i distretti dove la vittoria di Trump è stata schiacciante, è cresciuto insieme alla popolarità dei due leader.
I due esponenti dell’opposizione politica negli USA non sono riconosciuti dall’establishment del loro partito, ma riescono ad intercettare un’adesione spontanea nel loro viaggio in diverse città statunitensi, usando concetti radicali. «Nessuno ha eletto Elon Musk», è uno degli slogan della mobilitazione che punta il dito contro le oligarchie finanziarie ed economiche salite sul carro vincente del presidente repubblicano.
Secondo Sanders, «ciò per cui Musk e chi gli sta intorno si stanno battendo aggressivamente non è una novità, non è complicato e non è nuovo. È ciò che le classi dominanti nel corso della storia hanno sempre voluto e hanno sempre creduto fosse loro di diritto: più potere, più controllo, più ricchezza. E non vogliono che la gente comune e la democrazia si mettano sulla loro strada. Elon Musk e i suoi colleghi oligarchi credono che il governo e le leggi siano semplicemente un ostacolo ai loro interessi e a ciò a cui hanno diritto».
Sullo sfondo di una popolarità crescente, molti analisti politici individuano nella mobilitazione, le fondamenta di una candidatura alle presidenziali del 2028 della deputata del Bronx. Sanders, infatti, avrà 87 anni e difficilmente potrà candidarsi. Ocasio-Cortez, classe ‘89, ha iniziato la sua carriera proprio tra le fila di volontari della prima campagna presidenziale del senatore, vera e propria star dei social e molto seguita dai giovani.
Intanto, dopo la manifestazione Hands Off dello scorso 5 aprile, che ha portato più di 5 milioni di persone a protestare contro l’amministrazione Trump e lo strapotere di Elon Musk, le strade degli Stati uniti sono tornate a riempirsi per il Day of Action, una giornata di mobilitazione nazionale. Se il 5 aprile la manifestazione era stata organizzata da un insieme di sigle molto note, come Aclu (American Civil Liberties Union) e Women’s March, guidate da Indivisibile, nuove manifestazioni sono state organizzate e promosse dal movimento 50501, (pronunciato: cinquanta, cinquanta, uno), il nuovo arrivato nella resistenza USA a Trump.
Sabato 19 aprile, la protesta ha coinvolto oltre 700 città degli Stati Uniti. Il movimento «50501» – che riprende proprio il concetto di 50 proteste, 50 Stati e 1 movimento – è nato su Reddit, in un omonimo forum di discussione che ad oggi conta quasi 300mila iscritti. Dietro l’iniziativa non c’è un vero e proprio leader, ma una serie di attivisti e volti già noti della società civile, tra cui esponenti di Black Lives Matter e Occupy Wall Street. La differenza più grande rispetto a molti altri movimenti di protesta nati di recente negli Stati Uniti è che «50501» non si concentra su un tema specifico, ma contesta più in generale la politica di Trump.
Questo, hanno spiegato alcuni degli attivisti coinvolti, ha permesso di attirare anche elettori repubblicani e indipendenti, scontenti della politica economica e commerciale attuata dal Presidente americano nei suoi primi tre mesi alla Casa Bianca. Del resto, Trump ha firmato un numero così elevato di ordini esecutivi che contrastarlo sui singoli provvedimenti appare una impresa titanica e forse poco efficace.